lunedì 4 novembre 2013

C'avite fatto 'nu Pomì

"Pomì: solo pomodori della Pianura Padana".

ho analizzato a fondo la frase.
l'ho letta al contrario,
ne ho fatto un anagramma,
ad alta voce ho enunciato solo le consonanti,
poi soltanto le vocali.
ma, ammetto la mia resa, non ho trovato nessun significato sibillino.
nonostante ciò da stamani stanno gridando allo scandalo, all'allontanarsi dal resto d'Italia dell'azienda, alla pungente ironia fatta a discapito dei raccolti del sud, in particolare di quelli della Campania. Come hanno fatto, non ne ho idea.
mo, io pensavo a un paio di cose:

se pure fosse, non sono affari?
io devo tutelare la mia azienda dalla cattiva pubblicità insistente che stanno facendo soprattutto alla Campania, conosciuta tra i tanti prodotti alimentari anche per i pomidoro (bell "pomidoro"). io devo tutelare i miei consumatori, che sono preoccupati.

se invece fosse una questione d'orgoglio?
qua da noi lo fanno tutti i giorni con la mozzarella di Aversa, la pasta di Gragnano. al nord non possono fare la stessa cosa?

o (ma sto azzardando, eh, mica davvero può essere, p'ammor 'e Ddio?) ci piace fare i chiagnazzari?
ma perché l'orgoglio napoletano che tanto decantiamo non lo mettiamo in pratica pure nelle piccole cose?
Perché queste sono piccole cose, insignificanti, insulse, controproducenti solo se si dà loro troppo peso. Ah, ovvio, se si è piccoli piccoli queste cose possono essere il Male Assoluto, è chiaro.

Mo ci vuole: solo pomodori della Pianura Padana? e magnatavill vuje. a 'na bona salute.

giovedì 19 settembre 2013

Pensieri " 'a Spicc": di ritorno dal bagno, chiedo:

"Che fa 'e bbuono pe televisione?"
Papà: "Quas quas... è mej'o cess".

Poi dice perché a casa mia ci manca solo una sigla.

sabato 17 agosto 2013

Pensieri "'a Spicc'": "E' bell'o magnà" moment

Mi sono sempre chiesto: perché
sulle scatolette di tonno c'è il tonno raffigurato,
sulla Simmenthal c'è la ùfera,
sullo yogurt a ciliegia c'è il chioppo di ceràse,
sulla passata di pomodoro c'è il piènnolo...
...e sul cibo per cani ci sta il cane?

Domani sera mi faccio due frise alla Giuseppe Simone, agg capit.

martedì 6 agosto 2013

Pacific Rimmel London

Considerando che ogni qualvolta mi metta seduto al pc/sdraiato col netbook, della roba fresca a portata di mano, gli appunti volanti cosparsi sulla scrivania/sul letto, Office in apertura, attendere...
Suona il telefono, trilla il citofono, squilla il cellulare, bussano alla porta, tirano sassi alla finestra, sgommano sotto al balcone, rivolte in piazza, deragliano i treni, la lira s'impenna, partono 'e bastimienti, gli Zerg attaccano e, c.v.d., mi scende la uallera.
Così mi tocca scrivere qualche stronzata su questo blog, giusto per evitare di mettermi col calendario in mano e scegliere randomicamente il mese dei santi da jastemmare con estrema dolcezza.

Ieri sera.
Vado al cinema con il mio amico Folgore (lo chiamo così perché non so se la fidanzata sa che ieri siamo andati al cinema assieme e perché come il nickname lascia capire lui è fidanzato con una donna solo per copertura, visto che con un nome così per forza ti deve piacere il pesce, jamme) a vedere Pacific Rim.
Non avevo idea di cosa fosse, nel periodo estivo mi informo sulle pellicole in uscita soltanto durante la pubblicità pre-film e, considerando che in estate vado poche volte in sala, mi restano poche informazioni a riguardo.
Chiedo: "ma che tipo di film è?"
Folgore mi fa: "è tipo Neon Genesis Evangelion, però come Goldrake, dura più di due ore... ma che ne sacc".
In questo modo mi convince e facciamo i biglietti.
Mo è inutile dire che il film era una cafonata assurda, su questo eravamo d'accordo (VOLEVAMO un film cafone assai), ma non mi aspettavo che fosse così cafone.
E' vero, è fantascienza, non devo fare lo scinziato a tutti i costi, lo so, sono il primo che scrive di fatti assurdi, però una lista di cose che si potevano fare meglio o si potevano evitare la voglio stilare comunque.
Spoiler, non spoiler, nun liggite, ma facite chello che cazzo vulite vuje:
- Il marshall negro: cioè, io dopo aver visto The Wire che credibilità ti posso dare? Al limite ti posso chiedere se il crack te lo posso pagare domani, sai com'è, è un periodo così. E poi da quando trovi la giappocinese a mo... sei rimasto lo stesso? Manco una ruga? Azz, e allò le radiazioni fanno bene, a questo punto.
- Jeger: non puoi chiamare i robottoni Jeger, e poi fai dire al marshall negro "uno Jeger doppio", che io già immagino la base militare 'mbriaca perza, mentre i mostri cacano da sopra la Torre Eiffel perché tanto chi li ferma più?
- Dite che questi mostri sono sulla Terra dai tempi dei dinosauri, sono sicuramente animali ancestrali, alcuni sono palesemente rettili... e uno di loro partorisce con tanto di cordone ombelicale? Io se fossi stato nello scienziato della storia, avrei alzato le mani e avrei detto "signori, qua c'è qualcuno che imbroglia" (cit. per pochi).
- La spada: tu robottone protagonista che hai sfasciato le teste di questi mostri giganteschi a paccheri, carocchie e incapate, a 3/4 del film ti fai uscire lo spadone che, una botta, spacca anche gli ani più ostinati? "Uh, aspè, teniamo pure lo spadone! E mo usiamolo, che pare brutto che teniamo una cosa e non la sfruttiamo". Ma puozz fa 'a ruggine mmiezz'e mole!
- Le inquadrature durante i combattimenti: non si capisce niente. Un bordello. Immagino che con la versione 3D la gente abbia vomitato i popcorn digeriti poco (la Coca-Cola no, perché se una bottiglia piccola costa 3 euro e 50, hai voglia a reingoiare, afammocc!).
- La giappocinese: nenné, ho capito che hai avuto un'infanzia travagliata, ma magnate n'emozione. O, al limite, magnet'o protagonista, che si capisce dalla prima occhiata che stai a rota malamente. Ah, comunque, bellicapelli, s'adda ricere.
- Le scialuppe di salvataggio: perché quello della giappocinese speretéa sostanza verde e quella del protagonista no? Questa davvero è una stronzata, ma rotto per rotto, spiegatemi pure questo!
- Durante i combattimenti si buttano a terra palazzi, vie, quartieri, paesi interi. Addirittura il robottone paccaréa il mostro brandendo una nave come fosse una mazza di scopa (quella scena mi ha fatto pisciare sotto dalle risate). Dico io: governi riuniti per il bene della comunità globale, ma vi siete fatti bene i conti? E qua ogni combattimento s'arrefonde un continente! Non è meglio fare "sentite, figli'e Godzilla, volete il predominio della Terra? E pigliàll! Però po' nun avviate a fa 'eh, ma quello fa caldo, era meglio sotto la crosta terrestre, si 'o sapevo prenotavo a Scauri, ma chi se l'adda fa 'a stagione 'a Minturno' perché ce pijamme collera e llà overo menàmm 'nterr'e palazzi a botta 'e jastemme!".
- Ma chiove sempe? Ah, no, quando la giappocinese è piccola nevica pure. Hai ragione.
- Quando si piazza la bomba 'nculeare, ma... COME FAI? MA HAI VISTO NEGLI OCCHI IL MOSTRO!? E' COSI' MOOOBBIDO! MARONN, CE PREMMESS'E RRECCHIE E... ...ehm...

Insomma, una cafonata. Fatta pure maluccio. Però mi sono fatto tante di quelle risate che non ho rimpianto il fatto di essere uscito di casa.

Un grazie va a Folgore. Ricchiò!

giovedì 18 luglio 2013

Ingresso libero, o comunque quasi gratis

"Il mondo aveva smesso di essere un posto interessante ormai da molto tempo.
Il pubblico era salito sul palco e aveva obbligato gli altri a guardarlo, solo che non c'era più un pubblico e quello che sembrava essere il pubblico era solo la gente che aspettava il suo turno per salire sul palco scalciando, spingendo ed urlando."


Questa frase, presa pari pari dall'ultimo libro di Gianfranco Marziano mi ha fatto venire il freddo addosso. Al di là del libro in sé che è un sunto interessante della musica sino ai giorni - di merda - nostri, oltre a raccontare la miserabile storia di uno che potrebbe essere un nostro genitore, un amico stretto o magari noi stessi, il suddetto brano è anche un resumé del quotidiano - di merda - nel quale sguazziamo tutti noi, sempre disposti a farci sentire e per nulla propensi all'ascolto.

La porgo, questa frase, come dedica a tutti coloro che han preso le distanze dal Marziano perché "è semplicemente uno che jastemma", quando fino a ieri si scaricavano il testo di "'o Guarracino" (mi vanto ancora di essere stato il primo ad averlo riportato fedelmente su word e inviato a un sito dedicato al Faraone in cui c'erano i testi delle sue canzoni) per impararlo a memoria durante le ore di religione.

Ma questa frase la ricordo anche a quelli coi quali discuto, da vicino e su internet, di come un personaggio del genere, intrufolatosi per caso e per goliardia nella nostra vita con l'mp3 "Drago Spaziale" inviato da un amico, conoscendolo meglio attraverso i suoi libri abbia contribuito a farci guardare la realtà per come è. E a pisciarle in faccia, ridendone sguaiatamente, quando se lo merita.

E' complicato descrivere Gianfranco Marziano. Alcuni ci hanno provato, ma sono stati restrittivi. Io farei peggio ancora.
Piace a tanti, per un motivo o per un altro, ma non se ne deve parlare.
L'ho capito soprattutto quando inviai un racconto breve per un concorso - anni e anni fa - nel quale le situazioni del personaggio erano collegate ai pezzi musicali di Gianfranco. La risposta della giuria fu "racconto interessante, complimenti, ma Marziano è un personaggio che non possiamo trattare".

Avevo intenzione di dedicargli più attenzione su questo post, ma farei peggio.
L'unica cosa che potevo fare per dirgli grazie era comprare l'ebook. E l'ho fatto.
Per dirgli grazie mille posso solo linkare la pagina di Amazon che ospita il suo libro dal titolo:

INGRESSO LIBERO

e che costa meno di tre euro.
Dopo tutto il materiale che per anni ci ha lasciato scaricare dal suo defunto sito, mi pare anche il minimo.
Eppure so di "veri fan" che il libro non lo comprano "per principio".
"Ha sempre messo tutto gratis e ora?". E ora è giunto il momento di mettere mano al portamonete, manco al portafogli, per leggerti una cosa come si deve.

domenica 7 luglio 2013

She's a small waller

Cliccate play sul video riportato. Tenete gli occhi chiusi:


E' una sigla che a quelli della mia età ricorda tempi beati.
Rimettete play e guardate la sigla.
Cosa notate, con gli occhi della maturità (lungi da me fare il Luca Auanasgheps della situazione, non ne sarei all'altezza, ma è per farvi capire)?
Il padre: 'nu povero maronno che durante le ore di pausa se ne sta come il fratello del baloffio su un prato, da solo, con la marenna nel sacchetto.
La madre: la classica americana anni '80 biondissima, cotonatissima, sorridentissima, stofacenneservizievolissima, in attesa del fratello del baloffio.
Il figlio: ma quello è il cantante degli Smashing Pumpkins? Ma no, quello Billy Corgan ha fatto "Il mio amico Ricky". Ma si sicur? Me l'ha ritt n'amic mio, sta senza penzier...
Il robottino femmina: capisco che il padre preferisce leggersi "Onda quadra" piuttosto che chiavarsi buono e meglio l'icona della mamma statunitense (la quale con Desperate Housewives finalmente potrà chiavarsi il giardiniere messicano appena diciottenne, 'afammocc), però fare una camerierina che si chiude nell'armadio quando ha finito di passare la pezza è un po' degradante.
La vicina di casa rossa, lentiginosa e pettegola: che cazzo devo aggiungere più, considerando che è pure brutta come una reazione positiva al test dell'intolleranza alla pucchiacca?

Erano altri tempi. E se ci pensate, visti con gli occhi di ora, in America stavano inguaiati forte, se questa era l'idea di famiglia.

Ma perché tutto questo?
Ma niente, è solo che al personaggio del mio nuovo romanzo questa sigla ricorda molte cose...

venerdì 5 luglio 2013

Coerenza e Mentalità. Dopo L'Onore e il Rispetto, una nuova fiction.

Al prossimo giocatore che viene al Napoli do un consiglio: stai attento a come parli.
Non ti fare i debiti con la bocca, che qua non vogliono solo che ti fidanzi in casa con la squadra, ma che ti chiavi ogni singolo tifoso. Con amore, per giunta.
Qua se per esempio ti fidanzi con una e dici di amarla dal profondo del cuore, non è accettabile che ci ripensi e non te la sposi più. Te la devi sposare, anche se magari farai una vita di merda: te la devi pigliare in sposa per forza, e zitt, cuccia, che con quello che ti facciamo guadagnare devi solo ringraziare il pataterno.
Dice, ma qua il discorso è diverso, quello Quagliarella si baciava la maglia e poi è passato alla Juventus dicendo che ha sempre sognato di giocarci, chillommemmerda.
Embè, dico io, nel Napoli ha fatto la sua gavetta e poi si è lanciato dove voleva arrivare. Non può essere?
Dice, quello Lavezzi faceva l'elettricista e mo fa lo schifiltoso per qualche miliardo di euro in più, chillommemmerda.
Embè, dico io, quello si è fatto i suoi conti in tasca e piuttosto che giocare titolare ha preferito la panchina strapagata. Non è detto?
Dice, quello pure Cavani mo se ne va, ha giurato fedeltà alla maglia e nonostante ciò si è fatto pendere dal PSG, chillommemmerda (iss e pur'o sceicco r'o PSG).
Embè, dico io, magari le condizioni erano migliori, può darsi che De Laurentiis preferisce andare avanti spendendo poco e niente e puntando sugli sconosciuti delle favelas. Dopotutto, è sempre un imprenditore. Opinabile o meno. E Cavani si sarà reso conto che la gente, per quanto possa essere affezionata, con l'arrivo di una novità possa farlo scendere dal podio per dedicarsi al nuovo idolo. No?

Dice, ma allora se la pensi così, quelli lo fanno tutti per soldi, 'sti mercenari (emmerd).
Voglio vedere, mommò, quanti tra voi tifosotti nei panni dei loro idoli calcistici verrebbero meno alle richieste ultramiliardarie. Tu lavori nello sgabuzzino di casa tua, ripari i cellulari e i computer di tutta la provincia, sei un idolo tecnologico, bell'e bbuono viene la Samsung e ti propone uno stipendio dorato. Accetti o resti a fare l'idolo? Tenendo ben presente che se accanto al tuo sgabuzzino se ne apre un altro nuovo nessuno più ti porta ad aggiustare manco il walkman che venti anni fa si è mangiato una cassetta mixed by Erri.

Per la nuova leva che verrà consiglio caldamente di leggere "Un marziano a Roma" di Ennio Flaiano, nei momenti di titubanza. E di giocare di più e parlare poco.

E ai miei cari amici tifosi (proprio agli amici miei sto parlando), quando vi sento/leggo lamentarvi con cordoglio vivo, soprattutto di questi tempi, mi viene in mente una scena del film "Bronx" di De Niro:Sonny: Chissa come ti scoccia che gli Yankees hanno perso.
Calogero: Bill Mazeroski, io lo odio! Ha fatto piangere Mickey Mantle's, il giornale ha detto che Mickey piangeva.
Sonny: Mickey Mantle's, e tu ti preoccupi di lui? Mickey Mantle's guadagna 100.000 dollari l'anno. Quanto guadagna tuo padre?
Calogero: Non lo so.
Sonny: Beh se non hai i soldi per l'affitto valli a chiedere a Mickey, vedi che ti dice. Se ne frega di te, perché tu dovresti preoccuparti per lui? La gente se ne frega.

E aggiungerei: ne Cavà, tu te n'e juto? E cacac'o cazz.

mercoledì 3 luglio 2013

Che Kafka t'agg ritt'a ffa?

Non sto qui a farmi bello pubblicando frasi a schiovere o immagini alla cazzo di Zio Franz.
Tutti, prima o dopo, dobbiamo avere a che fare con tale scrittore.
Un po' per non fare figurelle, un po' perché si incontra sempre qualcuno che si acconcia la bocca con "questa situazione è kafkiana". Senza però capire appieno cosa cazzo voglia dire un'affermazione del genere (magari gli stanno chiavando la fidanzata e lui sta intostando, ma questa è un'altra storia).
Personalmente, mi sono imbattuto su cotanta possenza durante la stesura della tesina liceale. E mi ha affascinato e mi sono immerso.
Mo, non voglio dire, ma chi prende in mano un autore del genere come minimo si studia pure la sua vita, no?
L'abbiamo fatto noi con quel pessimista cosmico di Leopardi.
L'abbiamo fatto noi con quel rattuso di Verlaine. E "passivamente" (ihihih... scusate) pure con Rimbaud.
Eccetera, eccetera.
Mo, dico io, oggi 3 luglio 2013 su Google c'è un bello scarrafone che, valigia alla mano e cappello in testa, apre una porta come a dire "tesoro, sono a casa".
E' vero che zio Franz ha gettato il sangue (troppo presto, ahiahi se troppo presto) agli inizi del Novecento, ma a te che stai dietro la scrivania di Casa Google (e quindi non ti pagano poco, manco se fai lo stagista) per amore dei soldi che ti chiavano in faccia orgogliosamente, ti vuoi informare un poco * ?
Dice "che credi, che sono ignorante come te che non so nulla di Kafka?"
E allora abbi rispetto per una richiesta fatta dall'autore, almeno per lui.
Dice "evvabbè, ma tanto è passato un secolo, si possono svelare i finali"
E' leggermeeente diverso dal rivelare il finale di un film che porta il titolo "Gangbang with big niggers".
Dice "ma a me mi pagano, mica posso fare il bastian contrario?"
E qua niente ti posso dire. Hai vinto tu. Comprati tutte le erbe mediche di cui hai bisogno, visto che ti staranno jastemmando in tanti.

In tutto ciò, preferisco sempre "Il Verdetto".
Ma, comunque, mi piace dare a Cesare ciò che va dato a Cesare: le coltellate.
Afammocc.


* «Siccome Starke fa illustrazioni concrete, mi è passato per la mente che voglia disegnare magari l'insetto. Questo no, per carità, questo no! Non vorrei limitare il campo della sua competenza, ma rivolgere soltanto una preghiera perché naturalmente io conosco meglio il racconto. Non lo si può far vedere neanche da lontano. Se questa intenzione non c'è, e quindi la mia preghiera diventa ridicola, tanto meglio. A Lei sarei grato se volesse trasmettere e ottenere il mio desiderio»

Franz Kafka, a cura di Ervino Pocar.

martedì 25 giugno 2013

Mi domandi dell'on-demand

Mi fa: "E com'è che ti va di scrivere?"
Rispondo: "Com'è? Com'è che non dovrei farlo."
"Quindi tu, come Pasolini, affermi che scrivere è più una necessità che altro."
"Azz, conosci Pasolini?"
"E' che uno dei tuoi personaggi si chiama così e sapendo che tu metti sempre riferimenti, mi sono documentato. Youtube è grande."
"Olé, almeno questa cazzata scritta è servita a qualcosa."
"Aspè, però. La domanda principale era 'perché hai scelto di pubblicare on-demand?'"
Glielo spiego.*
"E vabbuò, magari tu hai l'idea geniale e ti sottovaluti. O hai una paura fottuta di farti conoscere."
Io ribatto: "Lungi da me che non ci ho provato a propormi, in quei rari momenti di pompaggio dell'ego."
"E che ti hanno detto?"
"Non ti faccio i nomi di chi perché non mi crederesti, ma le frasi erano più o meno:

- 'il fantasy? E che siamo, bambini?' - gli stessi che mo si sarebbero tagliati la palla destra per pubblicare Harry Potter e la Pietra Filosofale che nun ve ciacca 'n fronte;
- 'ancora con 'sto horror? E che stiamo, negli anni '80?' - quelli che se gli fai il nome di Stephen King ti rispondono 'ma è quello di Nightmare?' e a te viene voglia di tornare negli anni '80 per bloccare loro lo sviluppo;
- 'un romanzo per adulti? E come lo pubblicizzeremo, sentiamo.' - ma, scusate, restando nel tema del romanzo, v'avessa fa pure 'nu bucchino?
- 'ma tu sei napoletano, no?, ma perché non parli di Scampia?' - non lo so, devo chiedere a mio padre che sta per tornare da un'esecuzione, intanto che mamma taglia la ddroga col borotalco. Visto che, per voi, da Roma in giù c'è solo un'enorme Vela nella quale abitiamo (abusivamente) tutti, giusto?;
- infine, quello che mi è rimasto vivido nel ricordo: 'ma è fortemente politico? No, perché ci serve qualcosa per dare uno scossone a questo governo infame!' - ...devo commentare pure?

"Vabbuò,", incalza lui, "forse ti sei posto tu male."
"E' capitato pure che mi hanno contattato loro a me."
"Embè, se ti hanno contattato loro..."
"Embè, è stato peggio ancora. Come una che ti dice 'chiaviamo come puorci!' e poi quando ti avvicini lei fa 'ma per chi mi hai presa?' e tu rimani così, con la vrachetta acalata e ammosciato, ormai".
"Ossia?"
"Soldi manco a parlarne, p'ammor'e Ddio, che so' 'sti schifezze. Manco li avevo chiesti, guarda. Ma la cosa bella è che si complimentavano per gli scritti, bella penna, bellu pesce, e poi mi chiedevano di fare la stessa cosa ma diversa."
"Cioè?"
"Ah, manco tu 'e capit?"
"Mah. Secondo me hai romanzato un po' le cose."
Scrollo le spalle. "E a pro di che?"
"Per scoraggiarmi."
Scrollo le spalle di nuovo. "E a pro di che?"
Questi sta per controbattere, ma gli mostro la bottiglia di birra. "Alla tua. Con l'augurio che a te vada diversamente. Io so' contento quando vedo gli altri felici. Così non devo sopportare le facce da guaio."
Lui afferra la sincerità e la sua bottiglia e il clangore del vetro chiude l'argomento e si passa ad altro.

Questo è uno che, alla fine, ha trovato terreno fertile su Amazon. E, finalmente, è felice.
Poi mi dici perché ho voluto esordire con l'on-demand.
Amlo mi disse: "ti piacerebbe che nel tuo racconto 'zoccola' diventi 'pantegana'?".
Non mi sarebbe piaciuto. E sono soddisfatto.



*se volete avere un'idea, ho trovato questo link che non aggiunge né toglie nulla: http://www.alessandrocascio.com/?p=100

Pensieri "'a Spicc": Ma chill che fa "Cett Cett"...

... è Laura la Divina senz'a barb?

giovedì 16 maggio 2013

Giovane scrittore si offre per scambi di recensioni. Scopo sincera amicizia.

Grazie a Davide M. mi è venuta voglia di scrivere su un argomento a me caro: gli scambi di recensioni.
Davide ha scritto, sul suo profilo FB: 

Quando un professionista ti contatta e ti dice che gli è piaciuto molto un tuo lavoro e ti invita a guardare i suoi e dirgli cosa ne pensi...lo fai e gli rispondi : "onestamente non mi piacciono neanche un po' "...capisci che con la paraculaggine sicuramente non andrai da nessuna parte

A me succede questo: mi arrivano dei messaggi in privato, sul profilo del mio libro.
Quasi tutti mi fanno

"Ciao,
ho letto il tuo manoscritto. Davvero ben fatto!
Passa a leggere il mio nuovo libro, [inserire un nome altisonante e pretenzioso],
e dammi un parere!".


Allora,
- se già accanto a "ciao" non c'è il mio nome, ho il sospetto di un messaggio preimpostato;
- quando una persona fisica, non una casa editrice o un concorso letterario, parla del tuo componimento come un "manoscritto", ho quasi la certezza che il messaggio sia preimpostato: se hai letto il mio libro, hai capito che è un racconto breve, un romanzo, un saggio, un ricettario, che ne so. Non un "manoscritto", che per me equivale al genere neutro del latino che da noi italiani, se vi ricordate, non si usa più. Ma da un bel po', eh.
- "Davvero ben fatto!". Una torta al cioccolato, un castello di sabbia, un bucchino senza denti, sono ben fatti. Non un libro. A meno che tu non stia guardando solo la copertina e ciò, oltre a darmi convinzioni ferree sul fatto che il messaggio che mi è arrivato è del tipo preimpostato, aggiunge alla lista dei miei credo che tu il libro non l'abbia manco aperto cliccandoci sopra per scagno.
- Tra la frase precedente e tutto il resto ("Passa a leggere bla bla bla") ci dovrebbe essere, ma giusto per amore della lettura e della scrittura, un giudizio, una critica, un'opinione, una frase celebre, un personaggio rimasto più impresso, una qualsiasi cosa che riguardi il libro che, oramai nessuno me lo toglie dalla testa, non sai manco di cosa parli. Come se uscissi con la tua ragazza che ci ha messo tre ore per rendersi più patana, e tu la liquidi dicendo "belle scarpe! Ma mo ti metti a pecora, giusto?".
Sta' sicuro che a pecora si metterà, sì, ma con il cuoco chiatto della rosticceria che ha dedicato una composizione artistica nel piatto della tua lei: un panzarotto con la mozzarella che scorre da sopra con due palle di riso abboffate sotto. C'est l'amour.

Infatti,
alla richiesta di cui sopra io molto spesso (molto meno spesso, ultimamente, perché ho capito l'antifona) rispondo e in effetti leggo il libro della persona che mi ha contattato.
Che cazzo, questo ha letto almeno l'anteprima del mio libro, mi sembra cortese e doveroso ricambiare allo stesso modo.
Leggo, contatto l'autore e gli scrivo "Ciao, ho appena finito di leggere il tuo libro. Vuoi un parere onesto o devo trattenermi?".
Tutti mi dicono di andarci giù pesante. Io lo specifico prima perché mi rendo conto che sentirti dire che tuo figlio è strunzo non è il massimo. Ma spesso davvero tuo figlio si meriterebbe i paccheri.
E quindi dico la mia. Specificando sempre che io scrivo per passione, non per mestiere.
TU sei venuto nel mio villaggio, IO ti ho chiesto pure cosa devo far bollire in pentola per cena, TU mi hai risposto che devo fare come meglio credo perché sono il padrone del villaggio... poi non ti lamentare se dalle mie parti siamo cannibali e tu stesso ci hai dato il via libera per farti bollire con le patane e le carote, bwana.
Io, comunque, mi comporto come vorrei che gli altri si comportassero con me. Penna rossa e motivazione precisa e oggettiva.
E quando leggo delle immani cacate e rispondo con sincerità, sapete come mi viene risposto?
Ecco la top three:

. terzo posto: - Scusami, non volevo contattare te, ma un tuo omonimo [che è tuo amico e di sicuro ti dirà che il libro è bellissimo, sennò non lo vai più a prendere con la macchina e rimane a piedi e chi c'o ffa fa]

. secondo posto: - Sì, ma se non ti piace il genere potevi pure dirmelo [certo, tu hai scritto di un genere che non prediligo, magari, ma ciò non toglie che la grammatica sia uguale per tutti, ciuccemmerd!]

. primo posto: - Ah sì? Allora il tuo libro è brutto, fa schifo, non lo consiglierei a nessuno! [ma non era ben fatto, il mio manoscritto? Jà, non piangere, che data la tua foto del profilo mo verranno quelli che ti diranno che la tua poetica è sublime, con la speranza di farti vedere l'enjambement]

. quasi sempre con l'aggiunta della bonus track: - In verità il tuo libro non l'ho manco aperto [ovèr? ma va'?]

Veramente, pare che avere la lista piena di amici e di recensioni possa migliorare la qualità del libro e che possa dare visibilità. Non è vero. Gli ultimi libri che ho acquistato sono di gente che se vi faccio i nomi manco sapete chi è. E mi sono piaciuti tanto. E li ho scoperti o per il VERO passaparola (un amico dei quali gusti letterari ti fidi e lui sa con chi sta parlando) o per aver letto l'anteprima che mi ha DAVVERO appassionato, che sono le strategie passive migliori di qualsiasi marchetta editoriale.
Quando un giorno ci sarà un unico grande social network, i messaggi privati saranno tipo:
"Ciao! Vuoi passare a dare un'occhiata al mio libro? Questa è una mia zizza afora", foto allegata 64 kb.

giovedì 2 maggio 2013

Non fate quelle :'(

Si spegne dopo una onoratissima carriera:

MSN
di anni... parecchi: a me era hotmail.com.

Ne danno il triste annuncio ICQ, Yahoo! Messenger, C6, mIRC, gli hub di iDC++ e le chatterotiche tutte.
Si dispensa da
i (F).

 

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...io comunque ho risolto: aMSN.
Cliccate QUI. E' un po' spartano, ma ... mo v'avessa spiegà pur che vo dicere "spartano"? Come? Ma jat'a ffa ngul vuje e "300"!

Primo maggio, io mi arraggio

La Festa dei Lavoratori è una vita che si festeggia. Si festeggia cosa? E chi 'o ssape.
Che festeggino quelli che il lavoro non lo vedranno manco col microscopio (citazione voluta), mah, non mi interessa; che lavorino quelli che non festeggiano manco durante le feste di Natale (dedica voluta), beh, fatti loro.
Non mi interessa nulla. Non sono ignavo. Sono semplicemente uno che non ama giudicare le azioni altrui. Sempre SE gli altrui non si lamentano delle conseguenze facilmente pre-calcolabili (cazziatone voluto).

Ciò che tutti chiamano col nome di Concertone (manco quello in cui Pino Daniele cantò con Giggidalessio a Piazza del Plebiscito avrei avuto lo scuorno di chiamare così) del Primo Maggio a Roma, quest'anno, da quello che ho [poco] visto, è stato un flop. Anche da ciò che mi hanno raccontato le persone che ci sono state, gente che ci va da secoli, ritornando sempre più triste, o forse più vecchia.
Ho avuto quella sensazione tipica di chi, a un funerale, caccia un'arancia perché per dieta è giunta l'ora dello spuntino e spande l'odore di agrume misto a incenso. Cioè, non fuoriluogo. Peggio: necessario perché si deve fare, indipendentemente dallo spazio e dal tempo. S'adda fà, si direbbe. Perché:

La presentazione by Geppy Cucciari (che, perdonatemi, ma proprio a pelle, mi sta sui coglioni. Somiglia a una che mi volevo chiavare, ma più brutta - io ho sempre adorato il cinema puorxploitation - e se possibile risulta ancora più antipatica del mio incubo erotico universitario) ha attirato più fischi di una zizzacchiona che ad agosto se la fa a piedi sulla Toscanella, col tanga rosso ben visibile sotto al vestitino bianco sudato.

La polemica del preservativo... guardate, ho letto [poco] questa notizia, ma la provocazione dove stava?
Mi sarebbe piaciuto vedere un preservativo pieno, il cantante con gli occhi da pazzo urlare "'sti giuvani d'oggi, jèttano 'o meglio!" e fare un unico sorso del nettare bianco e cremoso. Questa sarebbe stata una provocazione. Non so riguardo a cosa, ma di sicuro gli astanti o avrebbero vomitato o avrebbero succhiato. Uno spettacolo, in definitiva.
Nel 2013 ancora la provocazione del preservativo... ci sta gente che gira coi butt-plug con la coda di cavallo che si intravedono sotto i leggins, e stiamo ancora alla provocazione. Vabbuò.

Un fatto che mi ha lasciato così, stitico, è stata la cosa (A: composizione poetica? B: racconto breve? C: cacata? Vi dico che le quotazioni per la lettera C le danno a 1,02) che ha declamato il tizio che ha recitato in Boris. Quello coi capelli brizzolati, che impersonava uno dei tre sceneggiatori. Diceva tipo: sono all'incrocio, il semaforo è sempre rosso, ma se mi butto prima di quelli che vengono dalla Litoranea ma subito dopo quelli che vengono da Canalone è cazzo che ce la faccio, non piglio la multa, non mi accico, vafanculo ecc ecc.
Quando è finita 'sta cosa agghiacciante (perdonatemi di nuovo, ma io non ho colto la citazione sottile di... de... da... c'era una citazione, no?) mi sono chiesto: eccheccazzè? Dovevi dimostrare di essere un bravo attore? Ma, cazzo, in Boris mi hai fatto pariare, ti ho immaginato in altre situazioni in cui avresti spaccato il culo anche con sceneggiature MenO CritiChe e dIAfone e tu che fai? Apri la suddetta arancia nel bel mezzo di un funerale gretto e fumoso?
Capisco che esiste una cosa chiamata "mutuo", ma chemmaronna...

Mi fermo qui, davvero, non voglio infierire ulteriormente. C'è gente che ci tiene e mi spiace mettermi anche io sulle spalle. Già tengono questa croce pesante.

Però.
Però. Il motivo per cui ho deciso di mettere mano alla tastiera non è successo a Roma, ma a Napoli:

Se dovessero cancellare il post, eccolo.
da Misembro Dylanthomas, Giovedì 2 maggio 2013 alle ore 16.31

Ho accompagnato La band aldolà chivalà a Bagnoli 
per il concerto del primo maggio a città della scienza.
Sono le 17:30 si respira aria di festa,ci viene detto che abbiamo 
a disposizione 10 minuti, saliamo sul palco parte il primo pezzo, tutto bene.
Secondo pezzo, dalla prima fila c'è qualcuno che si sbraccia chiede la parola,
Aldo non è esattamente un attivista politico,è un performer,
spesso nei suoi live interagisce col pubblico. In pochi secondi decide di scendere e cedere il microfono a chi chiedeva istanza.

Mentre la base musicale continua a scorrere la persona 
(un cassaintegrato la cui cassa integrazioe tra 2 mesi andrà in deroga) 
inizia a spiegare quasi "rappando" la sua disperazione e i suoi problemi nel microfono.
Sul palco (dove mi trovo io lato mixer) scoppia il putiferio, direttore di palco, presentatirce e dirigenti
chiedono, paonazzi in viso, l'immediata sospensione della performance.
Passano pochi secondi ed i nostroi canali vengono chiusi, mutati.Fine della storia.
Il disperato viene allontanato dai gorilla dei sindacati
viene portato fuori dall'area e cacciato (in un festival ad ingresso libero!)
Ci cacciano dal palco, una volta arrivati nel backstage veniamo redarguiti verbalmente dalle dirigenze dei sindacati con frasi del tipo :
" non vi dovevate permettere, se siete quì a suonare è grazie ai sindacati, siete d'accordo coi centri sociali, era tutto preparato."
Verrò a sapere poi che è stato detto( minacciando perchè è impossibile)  all'agenzia che ha portato la band nel contest che non verrà pagata l'esibizione.
Dopo un'ora arrivano i manifestanti e tutto il resto è storia.
E' solo una croncaca amici, a voi le considerazioni.

E' questa la cosa che mi fa incazzare. Il barraccone che è diventato il Primo Maggio. Che, ricordo, viene tanto decantato come la Festa dei Lavoratori.

Se vai in chiesa e durante i gorgheggi del coro gridi "Alleluia!", ti pigliano a pietrate senza sapere chi è senza peccato? Non mi risulta.
Se tutto lo stadio è pervaso dalla "canzone di Maradona" e tu azzardi un "forza Napoli!", ti lanciano come fumogeno e la squadra piglia tre giornate di squalifica? Non mi risulta. A meno che non sbagli tribuna.

Forse, ho sbagliato. Avrò capito io male.
Il disperato non ha gridato "viva l'Italia!", non ha elogiato la madre che non gli dà da mangiare, non ha intimato "Di più! Di più!" al maniaco sessuale che glielo sta mettendo in culo, non ha cosparso le sue ferite di sale mentre un lupo gli sta divorando le carni.
Ha pensato "è la Festa dei Lavoratori? Se permettete...". E ha sbagliato.
Ma no, ma sì ppazz? E' la Festa dei Lavoratori. Ma, oh!, guai a parlare di lavoro.
E allora, un consiglio per l'anno prossimo. Chiamatela direttamente "Festa", questa ricorrenza.
Se qualcuno chiede "di cosa?", voi ditegli "ma che te ne fott, è Festa".
Tanto.

giovedì 7 marzo 2013

Parliamo di videogiochi, che è meglio

Ho l'abitudine, per prendere sonno, di caricarmi sul lettore mp3 una voce. Niente musica, solo il ciarlare di qualcuno. Spesso uso i racconti di Gianfranco Marziano, anche se, nonostante li abbia imparati a memoria, è capace che resto ad ascoltarne un bel po' e pretendo di finirli. Col rischio di fare una nottata chiara chiara.
Ultimamente, però, mi capita di caricare qualche file audio (convertito dal video) preso da Youtube. In particolare da "Parliamo di Videogiochi".
E' un gruppo di ragazzi che si diletta a chiacchierare, recensire, jastemmare sul mondo videoludico e non. "E non" perché uno dei video più recenti parla di giochi da tavolo, quindi trattano del mondo ludico in generale. Comunque, un nugolo di videogiocatori che ha deciso di metterci la faccia e provare a raccontare, a modo proprio, di leggende paurose che ruotano intorno al mondo videoludico, giochi di pessimo gusto o brutti e tanto altro. E poi, ci sono i gameplay.
Ecco, a questo volevo arrivare. Ce ne sono alcuni riguardo le mod di Half Life 2, per esempio, che mi divertono e che uso spesso per prendere sonno.
No, non è una critica, la mia. Sono sincero: mi conciliano la dormita come poche cose al mondo.
Semplicemente perché li sento ridere, scherzarsi addosso l'un l'altro, con la stessa passione che mettevamo io e altri sfessati come me mentre giocavamo ad Unreal Tournament 99 (che ho ancora installato. Per cui, chi volesse farsi trapanare un buco all'altezza del perineo, mi faccia sapere. Per dire). Sarà che mi ricordano tempi meno frenetici, sarà la loro genuina allegria.
Non è nessuna marchetta pubblicitaria: loro sono partner Youtube, io sono un videgiocatore (ora, quando ho tempo. Sono rimasto però un Commodorista sfrenato e un Amighista senza limiti) e ve ne sto parlando come posso fare al pub con gli amici. A me nulla entra in tasca.
Anzi, a esser sincero sì: se ciò può fare pubblicità, ci guadagnerei qualche sorriso in più e il prossimo video ricco di ilarità.
...ehm, un appunto: NON METTETECI LA MUSICA, NEI VIDEO! Pe ppiacer!

Parlate di videogiochi. Che di questi tempi, mi sembra la cosa più seria da fare.

mercoledì 6 marzo 2013

Anm (e chi t'e bbiv) Napoli

Fuori c'è un vento che ti porta via e una pioggia che ti allaga le scarpe. Se poi acchiappi vento + pioggia ti viene in mente la buonanima di Mario Merola che ti paccheréa.
Mi sono venute in mente le mattinate ad aspettare il pullman per andare a seguire i corsi dell'università. Quando faceva caldo, ti si piantava addosso l'odore delle scelle pezzate che quando arrivavi in facoltà ti chiedevano "ah, tua mamma oggi ha preparato la bolognese?".
Quando faceva freddo, come oggi, era cazzo che aspettavi ore e ore e ore senza sapere QUANDO sarebbe passato il mezzo e, arrivati a un certo punto, SE. Dove aspettavo io il bus non c'era il cartello elettronico, quindi l'attesa era a sentimento.
Ogni tanto c'era qualcuno che passava in automobile e ti avvisava di un incidente che aveva intasato il traffico, che una strada era crollata, oppure dello stesso pullman fermo sul ciglio della strada perché senza benzina/il motore era guasto/l'autista era sceso a fare marenna (e su quest'ultimo caso non scherzo, ma questa è un'altra storia).
Tu jastemmavi e te ne andavi a piedi.

Ora con le nuove tecnologie siamo sì regrediti perché per il 75% della popolazione "nuova tecnologia" è sinonimo di "vibratore che ora ha doppia testa così si può sollazzare anche l'ano in contemporanea", ma ogni tanto c'è qualcuno che le usa per scopi filantropici. E, ancor più di rado, gratuitamente.
Sto parlando del profilo pubblico di Facebook di Anm, l'azienda dei trasporti pubblici di Napoli.
Basta cliccare "mi piace" sulla loro pagina e si è avvisati di ogni variazione di percorso, di qualsiasi ritardo dei mezzi e, fatto grandioso, si può richiedere l'esatta posizione di un pullman per capire se è meglio farsela a piedi o aspettare. Anche di cose non dipendenti dall'azienda, tipo l'inizio e la fine di un corteo, per esempio.
In tempo reale, sempre disponibili, celerissimi.

Io ne faccio abuso, ma non per le informazioni live, ma per i commenti degli utenti.
Noi siamo napoletani: popolo pazzerello, che si arrangia, dal chitammuorto facile.
Davvero, vi invito a iscrivervi perché la gente si sfoga proprio su quelle pagine. Credo che molti commenti offensivi vengano cancellati subitanei, quindi a come li trovate.
Vi lascio qualche esempio:

Carmine B.
"Sto da 40minuti aspettando c12 a via consalvo .....mo vado a chi la visto"
[passando passando, io farei una capatina pure a scuola, magari italiano oggi non interroga ma spiega]

Anm
"la linea C88 momentaneamente sospesa"
Guido G.
"eh o cazz"
[questo è un classico che difficilmente riuscirete a beccare, perché subito lo cancellano. E' come andare in Nuova Zelanda e ingarrare a vedere un Kiwi bruno durante le ore del giorno: probabilità scarse, ma quando succede potrete morire felici, poi]

Anm
"
buongiorno, abbiamo qualche difficoltà tecnica di aggiornamento della pagina f.b. stiamo risolvendo il problema. Ci scusiamo per i disagi."
Angela G.
"problemi, solo problemi...privatizzazioneee!"
[giustamente, uno sta parlando di un problema tecnico ALLA PAGINA DI FB e c'è chi suggerisce la privatizzazione dell'intero organigramma dell'Anm. Giusto, coerente. Poi però non ti meravigliare che se aspetti il pullman e ti riconoscono non solo quando arriva non ti aprono la porta ma con le ruote davanti ti schizzano pure la fanghiglia per faccia]


Anm
"Le linee filoviarie stanno riprendendo il loro regolare servizio"
Piergianni M.
"
azzzz corriamo a prendere il buss prima che succede qualcosa...."
[qui non so come faccia il gestore della pagina a non rispondere: "si avvisa che la mamma di quello spiritosone di Piergianni ha ricominciato a fare i chinotti a 5 euro"]


e potrei andare avanti all'infinito.

Mo, a parte gli scherzi, il servizio mi sembra un ottimo punto di riferimento per chi sta sotto la pensilina a ghiacciarsi e vuole capire se prima o poi tornerà a casa. Almeno è qualcosa, e quel qualcosa è pure gratis.
Io, intanto, a ogni nuovo post dell'Anm attendo i commenti sotto. Altro che Zelig.

Città della Sciemità: quella doveva bruciare

Mentre tutti si piangono Chavez, chi si gioca lo stipendio sulle coalizioni politiche e sulla nazionalità del prossimo Papa, io penso a Città della Scienza.
Se mi permettete una romanticheria, quando ho visto le foto del complesso bruciante mi è venuto un tuffo al cuore. Un po' perché mi ricordo i giri da piccolo con la scuola (prima elementare, poi media) e quelli da grande (tra i tanti, quello durante la mostra sugli insetti); soprattutto perché, come ha scritto la mia amica Chiara: "noi a Napoli due-tre cose tenevamo buone".
Non mi interessa parlare dei motivi dell'incendio. Non è questo il punto che voglio analizzare.
Motivo casuale: una struttura così grande priva di un tecnico che ogni tanto andava a fare i controlli?
Motivo doloso: idem, sostituendo "tecnico" con "sicurezza".
In entrambi i casi, c'era bisogno del controllo umano. Quindi, anche del VOLERE umano.
Ora, fatemi aprire le parentesi perché i ciucci sono in agguato con l'arraglio facile: sarebbe ingiustificabile un gesto del genere, se voluto. Sempre, in ogni caso, rimane un gesto folle.
Posso chiudere le parentesi, umanoidi col pensiero asinino? Ok.
Ora, gira voce che sono passati mesi e parecchi addetti ai lavori della Città non hanno ricevuto lo stipendio. Mi metto un attimo nei panni loro, nei panni di quello che staccava i biglietti all'ingresso, per esempio, che tiene le cambiali che gli escono dalle tasche, che guarda gli altri genitori portare i propri figli a spasso nel plesso, che lui non può farlo perché deve prima pensare al piatto in tavola e se chiede di essere pagato dall'alto gli rispondono "pensa a lavorare, perché in questo periodo di crisi già è assai se tieni un lavoro, vorresti pure essere pagato?" *.
Unisci più persone che stanno con l'acqua alla gola, che si ritrovano tra le mani il potere di stravolgere una struttura del genere, che non hanno nulla da perdere. Perché, capiscono la crisi e tutto quanto, però da statistiche 350 mila visitatori all'anno la Città li faceva. E non parlo degli sponsor e di tutto il resto, sennò la lista degli introiti aumenta a dismisura. Tanti introiti, e non ci escono gli stipendi?
Come dicevo, non è questo che voglio criticare, anche se un po' l'ho fatto e chissenefotte, qua il pallone è il mio e gioco come dico io.

Lo sapete meglio di me: Facebook - oltre a essere un vespasiano sperduto in mezzo al bosco: tutti, vecchi e giovani, stitici e diarroici, lo usano, in ogni momento della giornata, ma nessuno va mai a buttarci la candeggina dentro - è un ottimo mezzo per far viaggiare alla velocità della luce le notizie. Così ho visto le prime foto, e poi mi sono informato come meglio potevo.
Però Facebook, oltre che far viaggiare alla velocità della luce le notizie, rimane sempre il vespasiano in mezzo al bosco.
Sotto alle foto dello scempio, oltre alla sequela di "che peccato", "bastardi!", "un pezzo di Napoli che muore" c'erano dei commenti che se ci ripenso mi viene il prolasso mentale.
Ora, e qui c'è da specificare ancora una volta sennò oggi pure m'appiccico co' qualcuno e nun tengo 'a capa, si possono fare le battute su ogni argomento. Anche su un caso del genere. Lo chiamano "black humour", è difficile farlo, bisogna essere portati per usarlo al meglio. Anche se pure a me qualche argomento non fa ridere, so che fa parte del gioco e mi devo chiavare la lingua in culo. E so che in molti non lo capiscono affatto, vedi la foto di Jo Monaciello sull'arcangelo Michele e la città più bella del mondo e Juve merda.
Ma una cosa è l'umorismo ben costruito, una cosa è la scimità galoppante:

"Maronn! Me penzav ch'er l'Arenile che se stev appicciann!" [oddio, mica uno poteva andare a ballare in un'altra tra le migliaia di discoteche che ci sono a Napoli! E comm se facev, sinò!]
"Una spesa in meno per il mezzogiorno" [questi sono gli stessi che fino a ieri facevano il cambio valuta lira-euro con la calcolatrice in mano e mo sono diventati esperti dello spread]
"Ma che ce ne fooott!" [visto che una volta si portavano le stronzate di Drive-In buttate a schiovere, mo ci sono quelle di Made in Sud, perché nuje simm r'o sudd, 'e capit frat'a mme?!?]

e mi fermo qui sinò m'avota 'o stommaco.
Poi dice perché a Napoli dovrebbe ritornare il re.
Ma solo dopo una bella passata di Agente Arancio.



* fidatevi, ho avuto modo di conoscere gente che, se fosse per loro, uno dovrebbe ringraziare la Madonna tutti i giorni leccando il pavimento perché ha la possibilità di lavorare, possibilità intesa come fare qualcosa, di non stare con le mani in mano, di tenersi impegnati. Ma hai voglia a spiegare a questi grandi menaggèrr che "lavorare" significa "io mi tengo impegnato PER TE, tu devi cacciare i soldi PER ME" e non "beneficenza".

mercoledì 13 febbraio 2013

Almaechiteviecchiolaurea

Dedicato a tutti i miei colleghi di studi, passati e recenti, che hanno gridato potente il nome di Dio, accostando una blasfemia random, alla vista delle mail di offerta di Almalaurea.
Io non apro manco più le mail con la scritta "by Badoo: Spezzafiletto84 vuole fuckiarti buono e meglio mommò, oì, con tutto che non ti sei fatto il bidet e già ti fete il ciato di suonno".



Compili il questionario Almalaurea. Di tutto punto, decidi di fare il serio una volta nella vita, non inventi, non bari, con una sincerità che nemmeno col prete quando ti confessasti la prima volta. Con questi chiari di luna, non si può mai sapere.
Specifichi BENE la tua facoltà, butti il sangue per trovare quel codicino a tre cifre che nemmeno sul sito della tua università trovi. Ok, lo trovi e lo metti. E' univoco, meglio di questo non c'è altro. Attesta di preciso in quale facoltà ti sei fatto pisciare in faccia sotto esame da ogni professore.

...poi, bell'e bbuono, ti arriva una proposta di lavoro da Almalaurea. Strabuzzi gli occhi: è inutile che fai, è proprio Almalaurea. Sono stati di parola, ti hanno trovato qualcuno che ti vuole nella propria azienda.
Allora? Che fai? Apri la mail, no? ...e che leggi?
"Offerta di - numero: uno - posti di lavoro come ingegnere aerospaziale a Bagdad" e blablabla.
P'ammor 'e Ddio, grazie per averlo tenuto presente, ci mancherebbe. Poi Bagdad ha il suo perché, cioè, lui è napoletano: a capodanno ha visto una tazza del cesso involarsi grazie alla propulsione di una semplice bomba di Cavani.
Ma leggere un attimo un attimo su che cazzo si è rotto l'ano in questi anni no?
Ma così, giusto per evitare a chi soffre di cuore di farsi venire un pànteco alla vista di "offerta di lavoro - eh, hai leggiuto bello, c'è un lavoro proto per te! Noi siamo seri, mica il ciuccio che arraglia!".

lunedì 11 febbraio 2013

Carnevale e San Valentino: unica settimana, multipla frammentazione di verga

Quest'anno Carnevale e San Valentino capitano a distanza di un solo giorno.
Vorrei avere il potere di creare un ponte, che parta da oggi e termini venerdì, per saltare questi due strazi che rendono tremuli gli epatociti de:
. I genitori coi figli
. I fidanzati che uacidobbiamodivertiiireee!!!1!1
E non ho specificato quale giorno per quale categoria. Anche perché è possibile inincrociare i due eventi come faceva Mendel quando si arrattiava sulle piante di pisello, chillu vizius 'e zì prevete.

- I genitori coi figli i quali vogliono passare il carnevale per forza vestiti (le femminucce) da romantiche principesse che aspettano di donare la propria dote al principino errante e (i maschietti) da commando bionico misogino defloraprincipesse col mandrino di lattice incluso. Spesso i bambini imparano dai loro stessi genitori un'arte che tornerà loro utile per scaricare la tensione, da grandi: accostare alla parola "mannaggia" un santo a caso, con fantasia.

- I genitori che vogliono vestire per forza i figli da qualsiasi cacata floreale, disneyana, o semplicemente in offerta da Auchan a 9,90 €. Spesso i genitori imparano dai loro stessi figli il vero significato della parola "odio" e, anche se più raramente, "parricidio" colui il quale riuscirà a salvarsi dal machete della Chicco.

- I genitori coi figli senza una lira che però devono portare per forza le fidanzate a festeggiare il giorno degli innamorati e quindi tocca ai genitori cacare i denari. Se vostro figlio, un tempo goliardico e burlone come manco i giullari di corte, vi appare stinto, a testa bassa e soprattutto non lo vedete mai dare un calcio in culo alla propria puttanissima metà per farle entrare in testa che non è che uno non vuole, proprio non ci sono i soldi per festeggiare, beh, rassegnatevi: il vostro ruolo fallimentare di genitore poteva essere sostituito con successo dalla visione di Colpo Grosso. La prole sarebbe venuta su di sicuro più a forma di uomo, appresso a Umberto Smaila.

- I genitori che vogliono passare un San Valentino come non l'hanno mai passato, romantico, il profumo delle rose al tavolo, vino della casa ed elegante violinista al tavolo, senza ricordarsi che l'avevano già passato e che il locale era così pieno che avevano mangiato vicino alla porta del cesso, il profumo della varechina e del piscio (che senza motivo apparente proviene anche alla bottiglia di vino, boh) e il violinista tramutato in chitarrista corto e stonato, che appoggia la panza a ogni tavolo, balordo e che vuole pure la mazzetta anticipata sennò sputa dentro al nero di seppia e vedete che vi mangiate. Qua i figli devono andare a recògliere i genitori, perché il vino della casa che stranamente sapeva di aceto non si sa come ha fatto loro del male.

- I fidanzati che uacidobbiamodivertireee!!!!1! si traducono in "la lei che DEVE divertirsi (come se tutto l'anno tu stessi chiusa in casa, maledetta costola che è stata trasformata in dispendioso tormento), pure se il lui sta con le pezze al culo (e qui i genitori devono sborsare, se sono stati inutili come insegnanti di vita e, durante le delicate fasi dello sviluppo, non lo hanno mandato a pulire le scale a lui e a quella zentraglia che lui [non] si chiava)". Qua è facile, si traduce tutto in un:
ma pensate veramente che dopo i 16 anni San Valentino o Carnevale siano ancora interessanti, a maggior ragione quando tutto, anche gli spicci da dare alla vecchia nei cessi degli autogrill, avrà il costo del platino fuso?
Non è che se ti vesti da infermierina tastaprostate mi fai divertire. La giornata me la ricordo, ma sicuro, come se la ricordano tutti quelli che, simpaticamente, ti fanno le foto riprendendoti da sotto e se le passano con Whatsapp. Vestiario valido sia per l'una che per l'altra occasione.
E identico è l'iter: i ragazzi che DEVONO portare le fidanzate a strafogarsi con una sguaiatezza pari solo a un casello intero di puorci alla vista del pastone fatto di merda e torsoli di mela, poi a ballare con la stessa grazia di cui sopra, poi in albergo dove le femmine faranno finta di dormire ("e quello il drink era troooppo alcolico", diranno strascicando le parole per sottolineare la pericolosità di una schweppes tonica con l'insalata scamazzata dentro spacciata per Mojito) col solo gusto di andare in culo al proprio partner che, comunque sia, non ha ancora capito che se ne stava a casa bastavano due strappi di Scottex e tre rapide mosse a partire dal desktop, per ritrovare la felicità:
Internet Explorer -> Youporn -> Amateur Hotel Room.

Quest'anno Carnevale e San Valentino capitano a distanza di un solo giorno.
Come per le bombe tirate a metà strada tra due paesi da annientare contemporaneamente, ci vorrebbe un qualche moto temporale che prenda questo lasso di tempo, lo appallottoli e lo scaraventi in una qualsiasi falla storica così da poter fare anche un ulteriore piacere a noi meteoropatici: rendere ancora più corto questo mese di sfaccimma che sembra non passare mai.

martedì 5 febbraio 2013

Delirio a Cardito! Un uomo è in auto e... chest'è tutt.

Quando un evento è di effetto, su internet basta poco che diventa popolare.
Alla stessa velocità con la quale viaggiano le figure di merda.

Il fatto è questo, statemi a sentire.
Premessa: il video mi ha fatto ridere, il susseguirsi delle situazioni è davvero ilare.
Il resto, però, mi ha chiarito che quando le idee scarseggiano, se uno speretéa su Youtube perché gli va, c'è sempre il primo che riporta la notizia con "allerta meteorismo" e tutti i caproni dietro a copiare senza colpo ferire mettendosi sopra con "la nuova influenza colpisce da sotto: ecco la prima vittima".

Ve la racconto cronologicamente:

- Apro Facebook e vedo che parecchi miei amici hanno condiviso un video che cita "Follia a Cardito! blocca la via per ORE e si incazza pure". Alcuni mi taggano e mi assicurano che sono 10 minuti da vedere.

- Quindi, apro il video, che è questo:



Mi fa ridere. Una serie di situazioni estremamente comiche che non m'aspettavo, lo condivido anche io sul mio profilo, conscio del fatto che forse può essere stato uno scherzo ben architettato e questo mio pensiero lo specifico pure. Io che non sono un giornalista d'assalto, ma nemmeno un giornalista 'e mmerd.

- D'improvviso, il mio amico Giò mi invia un messaggio tramite Msn: Repubblica aveva pubblicato un video di uno a Cardito che aveva bloccato il traffico mentre faceva manovra con la sua auto. Da notare che Giò non ha FB e anche per questo camperà qualche anno in più rispetto al sottoscritto. Ma giusto qualcuno in più, perché se io perdo pezzi di fegato leggendo determinate acutezze sul social network, lui li perde così, per sociopatìa congenita. Anche per questo gli voglio bene.
Comunque sia, apro il link (QUESTO) della testata: riportato lo stesso video, anche se dimezzato come tempo e con il viso dell'automobilista in difficoltà oscurato (...mah...), con il pezzo giornalistico a lato che recita:
"Un automobilista alla guida di un'utilitaria si incastra in un vicolo a Cardito, provincia di Napoli. Nell'ordine arrivano: altre auto, un gruppo di motociclisti e una processione. Tutti bloccati per ore fino all'arrivo della polizia municipale. Sembra quasi uno spot o potrebbe essere addirittura uno scherzo ben congegnato".
Nientemeno? Un pezzo sul giornale? Su Youtube gira almeno un video nuovo al giorno in cui succede qualcosa di eccezionale, di condivisibile, di SENZA DUBBIO reale, e non se ne parla, invece questo video sì? Ma nun fa nient, jamm'annanz.

- Qualche ora dopo, per puro cazzeggio pre-fodero notturno, cerco la notizia sul web, e che trovo?
Decine di utenti che hanno caricato tale video sui propri canali. Tal quale. E migliaia di visualizzazioni al seguito. Calma, calma: dopo vi dedico due paroline di conforto perché siete stati bravi assai.
Cerco ancora, e trovo su QUESTO articolo de ilmattino.it:
"
Un uomo con poca propensione alla guida rimane letteralmente incastrato mentre cerca di compiere una improbabile inversione a U. Il traffico si blocca, l'uomo va in crisi e non riesce più a fare nulla. Automobilisti e passanti cercano di aiutarlo ma lui si infuria vietando a chiunque di sfiorare l'auto. Passano ore, le auto in coda aumentano.
Poi, come nel copione di un film, arriva la processione che rimane bloccata nel fiume di auto e di persone. Il sacerdote affida il crocifisso a un uomo della protezione civile (nel frattempo giunta per capire cosa accadeva) e prova a convincere l'uomo a fare strada. L'intervento di don Daniele è determinante, dopo ore la situazione si sblocca fra applausi e suoni di trombe da stadio mentre il parroco ringrazie il signore con un gesto simbolico.
Tutto è avvenuto realmente a Cardito, tutto è stato ripreso da un ragazzo che ha postato il divertentissimo video su YouTube con il nick S4lvo-Miki_85
"
Wow, oggi davanti ai miei occhi, per strada, c'è stato un dispiegamento di forze armate che manco se avessero dovuto abbattere Godzilla sulla cima del Centro Direzionale ci sarebbe stato, e nessuna notizia o chiarimento. Vabbè, Cardito uber alles.
Ma il pezzo forte è QUESTO, by video.corriere.it:
"
Un automobilista di Cardito, provincia di Napoli, non riesce a parcheggiare. Blocca il traffico nei due sensi di marcia. Nell'ordine si accalcano sulla strada: una piccola folla, una banda di bikers, una processione. Sembra un flash-mob, ma è tutto vero."
Signori, è tutto vero. Restate calmi. Le uscite di sicurezza sono indicate dalle hostess. E'. Tutto. Vero.

Ja, non voglio fare il cazzone. Ognuno fa quel che vuole e... no, aggia sfugà, nun me ne fott!

Repubblica recita: "tutti bloccati per ore". Come lo si sa? Non si vedono code interminabili, anzi: le auto ferme sono sempre le stesse. Non sto parlando di sole allo zenith o lo scorgere il tramonto incombente. Però, però, c'è da leggere tutto il pezzo: "sembra quasi uno spot o potrebbe essere addirittura uno scherzo". Tempi verbali che sono utili a mettere le mani avanti. Un po' come nel manuale delle istruzioni dei cellulari: il telefonino non fa venire il cancro, ma non è escluso, non è nemmeno confermato.
Poi passa il tempo.
Il Mattino recita: "tutto è avvenuto realmente a Cardito". Siete audaci, eh! Dico, è avvenuto nella realtà, certo, ma non viene il dubbio che la cosa, forse, come hanno scritto i vostri colleghi di Repubblica, può essere finta? Però, però: sono stati dei signori a specificare il nome dell'autore, che compare nel video. Una sorta di "grazie, utente, anche se non abbiamo messo il link al tuo video e la gente lo guarderà dal nostro sito e tu ti farai in culo, grazie, utente!". Sempre ringraziamenti sono, oh.
Ecco come funziona, allora: la notizia fa il giro, io lo dico nell'orecchio a te e tu lo dici un po' diverso a un altro che capisce meno. C'è poco tempo, la notizia va data. Ma è sicura? Stai senza pensiero... e così, come recitavano in un vecchio film, "quattro terzi pi greco erre al cubo" diventò "quattro greci de ferro e de tufo".
Domani la notizia sarà diventata: "a Napoli, quindi a Scampia, un vecchio pazzo con a bordo un ostaggio blocca la strada a una processione. A nulla vale l'intervento dei militari vestiti per passare inosservati da Protezione Civile. Il prete anticamorra riesce a far spostare l'auto bestemmiando fortemente la stessa Madonna che stava portando sulle spalle".

E un plauso va pure agli utenti che si sono accaparrati il video e lo hanno fatto proprio.
Il video che ho visto io è caricato sul canale del vero autore, cioè "Salvuz Michielli", perché nel video c'è una frase: "S4lvo-Michi_85", come anche è stato sottolineato dal Mattino.it. Se controllate ora, già ci sono decine di sciacalli che si sono presi il filmato e, così com'era, lo hanno caricato sul proprio canale. Un piccolo appunto, mi permetto perché sono anche io utente del Tubo: siete delle merde.Se quello l'aveva fatto per ricevere visualizzazioni, ricevere la partnership e fare una cosa di spicci, adesso o non ce la farà o ci metterà più tempo. Perché avete preso di peso il video, ve lo siete scaricato col plug-in di Mozilla e ve lo siete girati nel vostro canale, lasciando la firma dell'autore e lasciando che la merda vi scorra sulla testa.
Ma no, non dico che dovevate oscurare il nome dell'autore: a quel punto eravate direttamente sciorda pura.

A. L.

PS: perché credo che sia un video finto, nonostante (lo ripeto) molto divertente?

. le auto in attesa: quattro-cinque? Dalle parti mie, come fai una manovra storta, la gente sente l'odore, scende di casa pure se stava cacando, si mette in auto e si incoda dietro/davanti a te, per il puro scopo di rendere infernale la tua vita in quei due minuti. Ma poi, voglio dire, tutti in attesa? Nessuno si è detto "ma mo torno indietro, mica posso fare la nottata qua?". O Cardito è la Pista Polistil e l'unica strada è quella?
. la processione: visto il numero di seguaci, la Madonna che portava il parroco doveva stare sul cazzo a molti, oppure tutti quanti si sono risvegliati atei? Ua, nel mio paese come iniziano i preparativi della festa patronale le mamme tolgono addirittura le cinture di castità alle figlie in onore della processione appresso al santo.
. la folla: oggi a me è capitato che, per non aver attraversato un incrocio col rosso, un tizio dietro di me ha consumato sia i palmi delle mani sul clacson sia la possibilità, non appena muore, di vedere pure da lontano il Padreterno. Mi meraviglio come la gente accorsa attorno al guidatore imbranato non abbia preparato la betoniera col cemento depotenziato da calare sana sana nella Cinquecento.
. il prosciutto sul retro della motocicletta: una genialata di non-sense che tu la guardi e dici "ma che cazz c'azzecc?".

martedì 15 gennaio 2013

L'11esimo peggio bar

A seguito del post di Amlo sui 10 peggio bar, aggiungo il mio personale contributo.
Nota: il bar descritto esiste davvero. E mi sono pure contenuto.

11) Il Bar con la lap-dance.
A pochi chilometri da casa mia c'è un bar in cui, non offrendoti altro che qualsiasi liquido appena filtrato da un rene che viene aperto per far defluire il fisiologico nettare direttamente nella tazzina, bell'e bbuono, nel mentre della conversazione tra te e i tuoi amici - capitati lì grazie alle luci fioche, alla semidesolazione e al silenzio invogliachiacchiere - vengono eretti due moai a forma di cassa in due angoli del locale (= leggi: "cuccia per Shar Pei", dato il buon gusto dell'arredamento) e ti fanno zompare i peli dalle orecchie.
Perché uno dei proprietari (solitamente il primo dei tre, visto che mo è usuale la gestione a società) ha sempre avuto il pallino della musica DI discoteca. Tradotto, mette un cd che si porta nelle discoteche più tamarre dell'hinterland cliccando su "repeat all".
Quando ricordi che per comporre la frase "jammuncenn'a ffancul" con i gesti non c'è bisogno di conoscere il LIS, è comunque troppo tardi: un altro proprietario (quello che ha sempre avuto il pallino della pucchiacca) porta al centro del locale (= leggi: "terrario per Falso Corallo", dato il mastodontico volume di accoglienza) quattro cascette dipinte a mo' di palco, le accosta, ci infila un bilanciere in mezzo e batte le mani divertito come un bambino che ha appena finito di costruire un castello con la merda.
Ora, anche se il caffè non è ancora arrivato, non vi conviene scappare: sarete calpestati da una mandria di tacchi 20.
Vi strofinate gli occhi due-tre volte, ma è così: un nugolo di puttanoni si è avventata sul palo, una branca di zoccolissime invade il resto del locale (= leggi: "lettiera per gatti", dato l'inebriante afrore). Un florilegio di panze afora, zizze mosce, spacchi di natiche scese, chili di cellulite. E, di rimando, una nube di testosterone che avvolge lungo tutto il perimetro un arcobaleno di zarrosauri che, come abbinamento più raffinato nel loro vestiario, hanno accostato il viola contusione al giallo pus - però più brillanti.
Nel momento in cui vi arriva il succo di scroto peloso di babbuino in decomposizione (sul menù c'era scritto "caffè Kinder", mah) è meglio per voi se lasciate i soldi sul banco, spintonate la chiatte inguainate in vestiti forellati, che sembrano avere migliaia di capezzoli distribuiti per tutto il corpo, e scappate, scappate alla macchina prima che il posto inizi a fetare di palle sudate.
Se riuscite a salire in auto prima che il vostro amico guidatore vi lasci a piedi - se la vettura è vostra si salvi chi può, che ve ne fotte -, non vi risparmierete le maledizioni, ma vi scanserete di dare un euro a piacere al terzo proprietario (quello che ha sempre avuto il pallino di jastemmare i morti con un motivo valido, e quindi fa il parcheggiatore abusivo al quale, a sfregio, nessuno ha dato mai una lira).

domenica 13 gennaio 2013

Paulo du Coelhoni

Leggere gli status in cui Bukowski viene mercanteggiato a uso Padre Pio a mille lire a foto mi fa venire l'acidità di stomaco.
Non perché nessuno ne può parlare, attenzione. Bukowski è una lettura che mi ha sempre tenuto compagnia, qualche volta mi ha affascinato, altre volte mi ha fatto girare le palle, ma sempre compagnia mi ha fatto.
Come se qualcuno parlasse di mio padre, sottolineando tavolta frasi di spicco. Non perché lui è mio padre e tu non ne puoi parlare poiché io ne sono figlio.
Però mi ruota lo scroto se tu di mio padre hai sentito solo storie, poche, non te ne sei mai curato e visto che ne parlano in tanti ti bagni le labbra con le cose che ha detto.
Ma Bukowski non è mio padre. Non lo è nemmeno Volo, manco Coelho. Direi "per fortuna", in tutti e tre i casi, anche se per motivi ben diversi.
Sapete, non è la mancanza di originalità che mi abbassa il pH dei succhi gastrici. Anche io ho pubblicato sui social network i link diretti a canzoni di varie epoche storiche. Non sono un musicista, non sarei capace a riprodurre un pezzo memorabile. Oddio, neppure una brutta copia cantata alla neomelodica maniera. Mi limito ad accompagnare alla condivisione un guizzo della mia mente.
Ma, tornando al senso di questo post, un aforisma è un pensiero. Sono parole, scritte o dette, ma sono parole. Incisive, blande, pur sempre parole.
E tutti sono liberi di attingere e, ahiloro, farsi belli incipriandosi con l'altrui beltade dialettica. Senza omettere giammai la fonte, sennò si rischia di fare la fine di Tonino con Gaetano.
Tuttavia (congiunzione preferita dalla mia collega Jenny), un consiglio spassionato: aggiungetela una cosa vostra - che non sia "uaaa, beeell!" e basta, please -, sforzatevi di essere in linea col pensiero dell'autore - meglio se, nel caso non lo siate, non pubblicare proprio una cosa non in linea col pensiero dell'autore -, fate capire che - e qui ci tengo a dirla a voce alta, 'sta roba - L'AFORISMA NON L'AVETE COPINCOLLATO TAL QUALE DAL SITO APPOSITO E L'AVETE CONDIVISO SENZA AVER MANCO SFOGLIATO UN CAZZO DI LIBRICINO/EBOOK/RACCOLTA ANTOLOGICA.

Perché? Ma perché se vai tirando bucchini da Battipaglia fin sul Matese, mentre tuo marito gioca coi vostri figli, per il sol gusto di assaporare diversi tipi di umori maschili non te lo puoi/devi permettere il lusso di condividere "le donne sono fatte per esser amate, non per essere capite" (Oscar Wilde).
Piuttosto, ti suggerirei: "Ogni donna la sua fortuna la possiede tra le gambe" (Honoré de Balzac).
Afammocc, aggiungerei.

sabato 12 gennaio 2013

Ruzzle pe tutt'e scale

Ai tempi del liceo, in quella che chiamavamo "cantinòla" ma era piuttosto il posto dove abbiamo trascorrso le migliori serate dell'adolescenza, ci siamo fatti le panze così di giochi da tavolo.
Anche i più restii, alla fin fine, si sedevano e passavano le ore a scervellarsi.
I piccoli riti irrinunciabili e gli episodi evergreen c'erano tutti:
io dovevo avere per forza i carrarmati rossi del Risiko e mi dovevo ciucciare a tutti i costi l'Australia (leggi "carrarmati, aerei e sommergibili" e "l'America" se si trattava di FutuRisiko);
se non usciva la "A", alla richiesta "film di Marylin Monroe" ci inventavamo i titoli, dato che l'unica pellicola che ricordavamo era "A qualcuno piace caldo";
per vincere il triangolino azzurro dovevamo essere fortunati che uscisse la domanda "qual è la capitale dell'Italia?";
il Fujihama era, senza dubbio alcuno, l'albergo d'e puttane.
Per alcuni starò parlando in cirillico, per altri sono chiari riferimenti. E credo che coloro i quali non ci hanno capito una mazza negli ultimi anni si siano quadruplicati, perché noto con dispiacere che gli scatoli dei giochi da tavolo dai rivenditori sono sempre gli stessi, sempre allo stesso posto, sempre più coperti di polvere. E poi, i giochi da tavolo fanno tanto viecchio.
...però mo che l'iPhone ce l'hanno pure i macachi dello zoo di Fasano, hanno inventato Ruzzle.
Tutti amanti degli enigmi. Tutti amanti delle parole. Ora non siamo più viecchi.
11 persone su 10 ci giocano. La persona in più è uno che si fa prestare il touchscreen da un amico.
Addirittura c'è chi fa punteggi assurdi perché l'applicazione accetta pure parole inventate.
E, peggio ancora, c'è chi rimane imbattibile perché hanno già creato un modo per barare. E' come se Picasso avesse dipinto con la tecnica "unisci i puntini". Mah.

No, non mi voglio lamentare del fatto che i più si stiano avvicinando per moda a quelli che erano giochi da tavolo e ora sono app. Fate bene. Almeno sbariate, in maniera semisolida, con la testa, invece 'e fa 'e strunz cu Photo Factory (tanto, a meno che non vi mettiate un cetriolo crudo nell'ano per poi fotografarvi da vicino il perineo, 'a nuje ce ne passa p'o cazzo).

...un appunto, ahimé, m'è d'obbligo.
Ruzzle caro, accetti tutto, accetti pure "tié" (Manuela, non ti esaltare, t'e sulo mettere scuorno!)...
ma comm'è? Accetti tutto ma non accetti "MILF"? Non ci siamo, non ci siamo.

E, comunque, potete anche sfidarmi. Ne sarei contentissimo. Ma preferirei come ho sempre fatto: carta, penna e un quadrato di legno con i dadi a sei facce e le lettere al posto dei numeri chiamato "Maxi Paroliere".
I miei amici si stanno mettendo ancora la Preparazione H. Vi avviso.

giovedì 10 gennaio 2013

Marchi(sio) a peste

Notizia tratta da Il Mattino, letta però tramite il profilo Facebook di Angelo Forgione (diamo a Cesare ciò che è di Cesare, senza che facciamo i sagliuti di mazzo che diciamo "ah, io leggo tutti i giorni i quotidiani perché sono un acculturato" che non ci crede manco il barbiere dal quale vi andate rubando i giornali per farne tutti coppetielli).
La notizia è QUESTA.
Il mio punto di vista è QUESTO.
Seriamente, stiamo ancora a dare peso a determinate storie?
Aspè, aspè, mi spiego meglio, che voi tifosi siete più ciucciabbestie degli asini durante i preparativi degli asino show: volete chiavare afforza, a priori, prima dell'apertura del sipario.
Io mi sto attenendo alla notizia tal quale come ha fatto il 99% dei tizi che hanno sfogato sulla pagina del profilo di Forgione. "Sei una lota", "Se ti incontro ti incendio" e la mia preferita: "Piemontese di merda".
Allò: che ha detto di male? Riporto la notizia paro-paro, così non mi sfagiolate lo scroto: "Non [odio] qualcuno in particolare, ma una intera squadra: il Napoli" e "dopo le finali ruvide di Coppa Italia e Supercoppa. Quando me li trovo di fronte [i giocatori del Napoli] scatta qualcosa".
Vogliamo analizzare le frasi senza dire "mannagg Jeppsòn" una sola volta? Vi dò una mano, su.
C'è scritto da qualche parte "colera", "terremotati", "puzzano"? Non mi pare.
Ha semplicemente esternato un suo pensiero. Ha semplicemente detto che il Napoli gli fa venire i proverbiali riscinzielli. Ha semplicemente non offeso.
E' capace pure che si caca sotto della squadra di De Laurentis, che tecnicamente considera i giocatori di Mazzarri difficili da battere, che si sente inferiore. Può essere una qualsiasi di queste spiegazioni. Può essere un'altra ancora, non elencata ma attinente. O può essere razzismo radicato, ma questo non lo si legge nemmeno tra le righe.
La maggior parte dei lettori di questo articolo, tifosi sfegatati, non ha ragionato manco per un attimo e subito ha tacciato il giocatore juventino di essere contro il Napoli e, peggio ancora, contro Napoli.
E allora, chi gli ha dedicato "Piemontese di merda" che ha fatto? Ma no, i tifosi del Napoli sono immuni perché dopo anni di soprusi ora possono sfogare come vogliono. Giusto? Anzi, devono farlo.
E poi, Fulvio Scarlata (l'autore del post): hai elencato il suo vestiario manco fosse il principe Carlo. Perché, gli elegantoni non possono avere opinioni dure? Non possono dire la propria, pur se non condivisibile da tutti?

Uagliù, mi rivolgo ai tifosi veri, non agli sciemi che subito si scalmanano: siate superiori. A queste notizie che (per usare una frase più abusata) fanno male al calcio non date retta, mai. Non parlatene, almeno non oltre la cerchia di amici che dedicano a queste perle un rutto sonoro post sorso di birra scura.
Perché queste "non-tizie" servono solo ad alimentare l'odio tra le tifoserie che, per quanto mi riguarda, dovrebbero stare sedute mischiate (oooh, eresia!) tra gli spalti, per sfottersi a vicenda, per gustare la vittoria o sopportare la sconfitta.
Io a queste notizie, sapete come risponderei? "Il sentimento è reciproco", come ha scritto lo stesso Forgione. E aggiungerei "parliamone in campo, domenica". Senza che si elenchi l'outfit di Marchisio per far notare il contrasto tra il vestiario e il suo modo di fare.
Primo: se sei uno buono, ti puoi mettere pure la canottiera per andare al veglione di capodanno.
Secondo: non ha detto nulla di male (sempre se non vogliamo fare le vittime) e se pure l'ha fatto, Marchì, ma pij'o ngul!

A. L.

Post Scriptum:
Prima di chiudere aggiungerei che io sono per il Napoli, non sono un vero tifoso (ma solo perché se dovessi seguire la partita da solo, beh, non vale la pena: preferisco condividere il momento con altri amici) ma ancora conservo con affetto i biglietti della curva quando mio cognato mi portava allo stadio a vedere le partite del Napoli Soccer o il giorno in cui il Frosinone abbuscò sonoramente. Per dire. Quindi non venite a farmi un bucchino sul fatto che "se non sei tifoso non puoi capire, il tifo è un'altra cosa". Sono sempre stato simpatizzante, da sempre e lo sarò sempre. Non ho bisogno di sfogare la repressione come fanno in tanti. Visto che per molti "tifare" vuol dire "sfogare".
Non ho niente da dire contro i tifosi della Juventus, per me puoi tifare pure per la Pro Zozzese, ma quelli che tifano Juventus e sono originari di Napoli mi fanno tenerezza. Mi viene da chiedere: durante i cori razzisti che la società per cui tifate appoggia di buon grado, voi che fate? Vi nascondete come pecore o cantate anche voi "oh Vesuvio lavali col fuoco"? Perché, vi avviso, fate prima a riversarvi una latta di benzina addosso e aspettare i propri compagni di tifo darvi una mano.