giovedì 16 maggio 2013

Giovane scrittore si offre per scambi di recensioni. Scopo sincera amicizia.

Grazie a Davide M. mi è venuta voglia di scrivere su un argomento a me caro: gli scambi di recensioni.
Davide ha scritto, sul suo profilo FB: 

Quando un professionista ti contatta e ti dice che gli è piaciuto molto un tuo lavoro e ti invita a guardare i suoi e dirgli cosa ne pensi...lo fai e gli rispondi : "onestamente non mi piacciono neanche un po' "...capisci che con la paraculaggine sicuramente non andrai da nessuna parte

A me succede questo: mi arrivano dei messaggi in privato, sul profilo del mio libro.
Quasi tutti mi fanno

"Ciao,
ho letto il tuo manoscritto. Davvero ben fatto!
Passa a leggere il mio nuovo libro, [inserire un nome altisonante e pretenzioso],
e dammi un parere!".


Allora,
- se già accanto a "ciao" non c'è il mio nome, ho il sospetto di un messaggio preimpostato;
- quando una persona fisica, non una casa editrice o un concorso letterario, parla del tuo componimento come un "manoscritto", ho quasi la certezza che il messaggio sia preimpostato: se hai letto il mio libro, hai capito che è un racconto breve, un romanzo, un saggio, un ricettario, che ne so. Non un "manoscritto", che per me equivale al genere neutro del latino che da noi italiani, se vi ricordate, non si usa più. Ma da un bel po', eh.
- "Davvero ben fatto!". Una torta al cioccolato, un castello di sabbia, un bucchino senza denti, sono ben fatti. Non un libro. A meno che tu non stia guardando solo la copertina e ciò, oltre a darmi convinzioni ferree sul fatto che il messaggio che mi è arrivato è del tipo preimpostato, aggiunge alla lista dei miei credo che tu il libro non l'abbia manco aperto cliccandoci sopra per scagno.
- Tra la frase precedente e tutto il resto ("Passa a leggere bla bla bla") ci dovrebbe essere, ma giusto per amore della lettura e della scrittura, un giudizio, una critica, un'opinione, una frase celebre, un personaggio rimasto più impresso, una qualsiasi cosa che riguardi il libro che, oramai nessuno me lo toglie dalla testa, non sai manco di cosa parli. Come se uscissi con la tua ragazza che ci ha messo tre ore per rendersi più patana, e tu la liquidi dicendo "belle scarpe! Ma mo ti metti a pecora, giusto?".
Sta' sicuro che a pecora si metterà, sì, ma con il cuoco chiatto della rosticceria che ha dedicato una composizione artistica nel piatto della tua lei: un panzarotto con la mozzarella che scorre da sopra con due palle di riso abboffate sotto. C'est l'amour.

Infatti,
alla richiesta di cui sopra io molto spesso (molto meno spesso, ultimamente, perché ho capito l'antifona) rispondo e in effetti leggo il libro della persona che mi ha contattato.
Che cazzo, questo ha letto almeno l'anteprima del mio libro, mi sembra cortese e doveroso ricambiare allo stesso modo.
Leggo, contatto l'autore e gli scrivo "Ciao, ho appena finito di leggere il tuo libro. Vuoi un parere onesto o devo trattenermi?".
Tutti mi dicono di andarci giù pesante. Io lo specifico prima perché mi rendo conto che sentirti dire che tuo figlio è strunzo non è il massimo. Ma spesso davvero tuo figlio si meriterebbe i paccheri.
E quindi dico la mia. Specificando sempre che io scrivo per passione, non per mestiere.
TU sei venuto nel mio villaggio, IO ti ho chiesto pure cosa devo far bollire in pentola per cena, TU mi hai risposto che devo fare come meglio credo perché sono il padrone del villaggio... poi non ti lamentare se dalle mie parti siamo cannibali e tu stesso ci hai dato il via libera per farti bollire con le patane e le carote, bwana.
Io, comunque, mi comporto come vorrei che gli altri si comportassero con me. Penna rossa e motivazione precisa e oggettiva.
E quando leggo delle immani cacate e rispondo con sincerità, sapete come mi viene risposto?
Ecco la top three:

. terzo posto: - Scusami, non volevo contattare te, ma un tuo omonimo [che è tuo amico e di sicuro ti dirà che il libro è bellissimo, sennò non lo vai più a prendere con la macchina e rimane a piedi e chi c'o ffa fa]

. secondo posto: - Sì, ma se non ti piace il genere potevi pure dirmelo [certo, tu hai scritto di un genere che non prediligo, magari, ma ciò non toglie che la grammatica sia uguale per tutti, ciuccemmerd!]

. primo posto: - Ah sì? Allora il tuo libro è brutto, fa schifo, non lo consiglierei a nessuno! [ma non era ben fatto, il mio manoscritto? Jà, non piangere, che data la tua foto del profilo mo verranno quelli che ti diranno che la tua poetica è sublime, con la speranza di farti vedere l'enjambement]

. quasi sempre con l'aggiunta della bonus track: - In verità il tuo libro non l'ho manco aperto [ovèr? ma va'?]

Veramente, pare che avere la lista piena di amici e di recensioni possa migliorare la qualità del libro e che possa dare visibilità. Non è vero. Gli ultimi libri che ho acquistato sono di gente che se vi faccio i nomi manco sapete chi è. E mi sono piaciuti tanto. E li ho scoperti o per il VERO passaparola (un amico dei quali gusti letterari ti fidi e lui sa con chi sta parlando) o per aver letto l'anteprima che mi ha DAVVERO appassionato, che sono le strategie passive migliori di qualsiasi marchetta editoriale.
Quando un giorno ci sarà un unico grande social network, i messaggi privati saranno tipo:
"Ciao! Vuoi passare a dare un'occhiata al mio libro? Questa è una mia zizza afora", foto allegata 64 kb.

giovedì 2 maggio 2013

Non fate quelle :'(

Si spegne dopo una onoratissima carriera:

MSN
di anni... parecchi: a me era hotmail.com.

Ne danno il triste annuncio ICQ, Yahoo! Messenger, C6, mIRC, gli hub di iDC++ e le chatterotiche tutte.
Si dispensa da
i (F).

 

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...io comunque ho risolto: aMSN.
Cliccate QUI. E' un po' spartano, ma ... mo v'avessa spiegà pur che vo dicere "spartano"? Come? Ma jat'a ffa ngul vuje e "300"!

Primo maggio, io mi arraggio

La Festa dei Lavoratori è una vita che si festeggia. Si festeggia cosa? E chi 'o ssape.
Che festeggino quelli che il lavoro non lo vedranno manco col microscopio (citazione voluta), mah, non mi interessa; che lavorino quelli che non festeggiano manco durante le feste di Natale (dedica voluta), beh, fatti loro.
Non mi interessa nulla. Non sono ignavo. Sono semplicemente uno che non ama giudicare le azioni altrui. Sempre SE gli altrui non si lamentano delle conseguenze facilmente pre-calcolabili (cazziatone voluto).

Ciò che tutti chiamano col nome di Concertone (manco quello in cui Pino Daniele cantò con Giggidalessio a Piazza del Plebiscito avrei avuto lo scuorno di chiamare così) del Primo Maggio a Roma, quest'anno, da quello che ho [poco] visto, è stato un flop. Anche da ciò che mi hanno raccontato le persone che ci sono state, gente che ci va da secoli, ritornando sempre più triste, o forse più vecchia.
Ho avuto quella sensazione tipica di chi, a un funerale, caccia un'arancia perché per dieta è giunta l'ora dello spuntino e spande l'odore di agrume misto a incenso. Cioè, non fuoriluogo. Peggio: necessario perché si deve fare, indipendentemente dallo spazio e dal tempo. S'adda fà, si direbbe. Perché:

La presentazione by Geppy Cucciari (che, perdonatemi, ma proprio a pelle, mi sta sui coglioni. Somiglia a una che mi volevo chiavare, ma più brutta - io ho sempre adorato il cinema puorxploitation - e se possibile risulta ancora più antipatica del mio incubo erotico universitario) ha attirato più fischi di una zizzacchiona che ad agosto se la fa a piedi sulla Toscanella, col tanga rosso ben visibile sotto al vestitino bianco sudato.

La polemica del preservativo... guardate, ho letto [poco] questa notizia, ma la provocazione dove stava?
Mi sarebbe piaciuto vedere un preservativo pieno, il cantante con gli occhi da pazzo urlare "'sti giuvani d'oggi, jèttano 'o meglio!" e fare un unico sorso del nettare bianco e cremoso. Questa sarebbe stata una provocazione. Non so riguardo a cosa, ma di sicuro gli astanti o avrebbero vomitato o avrebbero succhiato. Uno spettacolo, in definitiva.
Nel 2013 ancora la provocazione del preservativo... ci sta gente che gira coi butt-plug con la coda di cavallo che si intravedono sotto i leggins, e stiamo ancora alla provocazione. Vabbuò.

Un fatto che mi ha lasciato così, stitico, è stata la cosa (A: composizione poetica? B: racconto breve? C: cacata? Vi dico che le quotazioni per la lettera C le danno a 1,02) che ha declamato il tizio che ha recitato in Boris. Quello coi capelli brizzolati, che impersonava uno dei tre sceneggiatori. Diceva tipo: sono all'incrocio, il semaforo è sempre rosso, ma se mi butto prima di quelli che vengono dalla Litoranea ma subito dopo quelli che vengono da Canalone è cazzo che ce la faccio, non piglio la multa, non mi accico, vafanculo ecc ecc.
Quando è finita 'sta cosa agghiacciante (perdonatemi di nuovo, ma io non ho colto la citazione sottile di... de... da... c'era una citazione, no?) mi sono chiesto: eccheccazzè? Dovevi dimostrare di essere un bravo attore? Ma, cazzo, in Boris mi hai fatto pariare, ti ho immaginato in altre situazioni in cui avresti spaccato il culo anche con sceneggiature MenO CritiChe e dIAfone e tu che fai? Apri la suddetta arancia nel bel mezzo di un funerale gretto e fumoso?
Capisco che esiste una cosa chiamata "mutuo", ma chemmaronna...

Mi fermo qui, davvero, non voglio infierire ulteriormente. C'è gente che ci tiene e mi spiace mettermi anche io sulle spalle. Già tengono questa croce pesante.

Però.
Però. Il motivo per cui ho deciso di mettere mano alla tastiera non è successo a Roma, ma a Napoli:

Se dovessero cancellare il post, eccolo.
da Misembro Dylanthomas, Giovedì 2 maggio 2013 alle ore 16.31

Ho accompagnato La band aldolà chivalà a Bagnoli 
per il concerto del primo maggio a città della scienza.
Sono le 17:30 si respira aria di festa,ci viene detto che abbiamo 
a disposizione 10 minuti, saliamo sul palco parte il primo pezzo, tutto bene.
Secondo pezzo, dalla prima fila c'è qualcuno che si sbraccia chiede la parola,
Aldo non è esattamente un attivista politico,è un performer,
spesso nei suoi live interagisce col pubblico. In pochi secondi decide di scendere e cedere il microfono a chi chiedeva istanza.

Mentre la base musicale continua a scorrere la persona 
(un cassaintegrato la cui cassa integrazioe tra 2 mesi andrà in deroga) 
inizia a spiegare quasi "rappando" la sua disperazione e i suoi problemi nel microfono.
Sul palco (dove mi trovo io lato mixer) scoppia il putiferio, direttore di palco, presentatirce e dirigenti
chiedono, paonazzi in viso, l'immediata sospensione della performance.
Passano pochi secondi ed i nostroi canali vengono chiusi, mutati.Fine della storia.
Il disperato viene allontanato dai gorilla dei sindacati
viene portato fuori dall'area e cacciato (in un festival ad ingresso libero!)
Ci cacciano dal palco, una volta arrivati nel backstage veniamo redarguiti verbalmente dalle dirigenze dei sindacati con frasi del tipo :
" non vi dovevate permettere, se siete quì a suonare è grazie ai sindacati, siete d'accordo coi centri sociali, era tutto preparato."
Verrò a sapere poi che è stato detto( minacciando perchè è impossibile)  all'agenzia che ha portato la band nel contest che non verrà pagata l'esibizione.
Dopo un'ora arrivano i manifestanti e tutto il resto è storia.
E' solo una croncaca amici, a voi le considerazioni.

E' questa la cosa che mi fa incazzare. Il barraccone che è diventato il Primo Maggio. Che, ricordo, viene tanto decantato come la Festa dei Lavoratori.

Se vai in chiesa e durante i gorgheggi del coro gridi "Alleluia!", ti pigliano a pietrate senza sapere chi è senza peccato? Non mi risulta.
Se tutto lo stadio è pervaso dalla "canzone di Maradona" e tu azzardi un "forza Napoli!", ti lanciano come fumogeno e la squadra piglia tre giornate di squalifica? Non mi risulta. A meno che non sbagli tribuna.

Forse, ho sbagliato. Avrò capito io male.
Il disperato non ha gridato "viva l'Italia!", non ha elogiato la madre che non gli dà da mangiare, non ha intimato "Di più! Di più!" al maniaco sessuale che glielo sta mettendo in culo, non ha cosparso le sue ferite di sale mentre un lupo gli sta divorando le carni.
Ha pensato "è la Festa dei Lavoratori? Se permettete...". E ha sbagliato.
Ma no, ma sì ppazz? E' la Festa dei Lavoratori. Ma, oh!, guai a parlare di lavoro.
E allora, un consiglio per l'anno prossimo. Chiamatela direttamente "Festa", questa ricorrenza.
Se qualcuno chiede "di cosa?", voi ditegli "ma che te ne fott, è Festa".
Tanto.