lunedì 20 ottobre 2014

lunedì 13 ottobre 2014

Tutto il calcio patuto per patuto*

*il titolo è un chiaro riferimento a una vecchia trasmissione televisiva** di cui, per introdurre al meglio il concetto di calcio, mi ricordo solo il nome.

Io di calcio non ne capisco molto.
Nel senso: ne conosco bene le regole, sono simpatizzante del Napoli e ho seguito, grazie a mio cognato, decine di partite quando tale squadra non verteva in condizioni rassicuranti.
Tutto sommato, posso dire che è uno sport che mi annoia e che non mi ha mai appassionato nemmeno dal punto di vista pratico: poche volte ho giocato a calcio/calcetto/calciotto in vita mia e quelle volte mi sono bastate per continuare a stare, al massimo, sugli spalti a fare bordello.
Ciò nonostante, ascolto con piacere chi mi racconta di fatti interessanti riguardo la passione più grande degli italiani (se non si conta quella di andare a trans). Soprattutto quando questo qualcuno sa mettere da parte la fede calcistica e oggettivamente mi sa delineare al meglio le gesta o gli scuorni di ogni singolo giocatore.
Stanotte, pur stando sveglio per miracolo dopo una giornata di lavoro massacrante, ho chiacchierato del più e del meno con un caro amico, e sono rimasto affascinato quando, con un amore per i dettagli tipico solo di chi davvero ci tiene all'argomento, mi ha narrato di una faccia del mondo del calcio che non conoscevo benissimo. Anzi, ottenebrato dai soliti gossip di giocatori sopravvalutati che si sputtanano i soldi degli sponsor a puttane e bamba e/o che si contendono la stessa mignotta con relativo carico di foto su Instagram di corna e bicorna, facevo fatica a credere che ci fosse un'altra faccia, più romantica, del calcio. Senza contare ciò che mi fa cadere di più la uallera: la violenza, verbale e fisica, di coloro i quali si autoproclamano "veri tifosi" e, allo stesso modo, non ricordano perché si debbano pigliare a mazzate con i tifosi della squadra opposta. Ma, come dicevano i romantici in camicia nera di un tempo, "nel dubbio, ména".
Mi ha parlato di giocatori che oltre i quaranta coltivano ancora la propria passione, del calcio minore di quelli che la mattina vanno a fravecare e la sera vanno ad allenarsi per giocare nel weekend in serie z e sono felici, di altri che hanno avuto il loro momento di gloria in Serie A e ne hanno fatto tesoro per insegnare agli altri come NON si gioca, per sopravvivere. E tanto, tanto, tanto altro che sarebbe un peccato riscrivere perché sminuirei la sua passione nel raccontarmi e la mia fascinazione nell'ascotarlo.
Poi, mi ha inviato questo video: Ugo Russo e la sua ultima radiocronaca.

Il nome non l'ho riconosciuto, la voce sì. E per uno che non segue il calcio significa molto.
Significa che quest'uomo, in un modo o nell'altro, ha fatto parte della storia. Quella bella.
E sentirlo commuoversi per la sua ultima apparizione radiofonica, significa che i gradi della sua carriera sono stati onorati da lui stesso.

Sia chiaro, lungi da me dal diventare massimo conoscitore (non riuscirei mai ad emulare gli Esperti con i loro anni e anni di studi su Fantagazzetta e sulle chiacchiere sentite al bar, p'ammor'e ddio), ma questi sono quei fatti che ti fanno ben sperare che un giorno, spero non molto lontano, uno con la maglia azzurra possa sedere accanto a quello con la sciarpa giallorossa, discutendo a braccetto.

**per dire che mi ricordavo un cazzo per un altro, l'amico citato nel post mi ha fatto notare che la trasmissione che dà titolo al mio post era radiofonica, non televisiva. E non adoVi?

lunedì 6 ottobre 2014

venerdì 3 ottobre 2014

Ammettere.

Una tantum, per il proprio fegato (nominando il quale intendo "tranquillità + un pezzetto di parte corporea fisica che, a seconda dell'individuo, può essere anche o il cuore o lo stomaco") è conveniente fare mente locale, pur fermandosi bell'e bbuono nel bel mezzo della strada (a piedi, magari, perché se lo fai in auto sulla tangenziale arrivare al C.T.O. senza passare per il via è un attimo).
Oltre al fegato, che magari ti si inizia ad irrancidire in maniera così subdola da accorgertene solo quando iniziano a chiederti se ti hanno preso nel cast del film dei Simpson non tanto per la bravura recitativa ma per la tonalità dell'epidermide, sarebbe opportuno fare ciò anche per la testa, ovvero per il raziocinio frammisto allo spirito di fare.
Come si può notare, per me i concetti di "fegato" e "testa" sono più che collaterali.
Quindi, dicevo, è quasi necessario passare in rassegna ciò che si sta facendo.
Sia chiaro, qua non si insegna nulla a nessuno. Ma, vai vedendo, quella volta che ho aperto bocca, e l'ho fatto così sinceramente da rendermi di primo acchito brutale, è servito a qualcuno.
Io mo faccio mente locale, e devo quindi ammettere.
1) Ammettere le mie debolezze, che sono tante, sulle quali spesso ci ho marciato perché la sicurezza di non mettersi in gioco è sempre meglio del sobbarcarsi le conseguenze di un gesto, seppur piccolo.
Da criaturo, per esempio, me ne stavo lì a osservare il mondo, cercando di non seminare l'universo di variabili per non sfottere la mazzarella alla Teoria del Caos. E non era pigrizia, era troppa diplomazia. Con quel pizzico di ignavia ripulito dalla voglia di stare col più forte: anzi, era meglio usare le proprie forze per riequilibrare l'intero universo (il quale all'epoca non andava oltre il Bivio di Mugnano e Marano). E senza dimenticare una spolveratina di paura delle critiche altrui.
2) Ammettere che finché si hanno le risorse, perdere tempo viene facile. Il secondo anno dell'università l'ho passato a sfogare gli istinti più baccanali. Ovviamente, andando in culo ai corsi che dovevo seguire e agli esami che dovevo sostenere. Tanto, inconsciamente, pensavo che le tasse si sarebbero pagate da sole (quindi andavo in culo anche ai miei). Poi, per mantenermi gli studi, arrivò il momento di cercarmi un lavoro più stabile (sia chiaro, ho sempre lavorato, ma lì ero arrivato a vendermi le carte rare di Magic) e al primo bollettino di pagamento si creò economicamente parlando un palo di frassino nell'ano che mi mise voglia di fare improvvisa e salutare.
3) Ammettere che è più facile criticare che migliorare. Sto scrivendo su internet, e per fare un esempio affine mi balzano all'occhio una decina di utenti Youtube che si sono inventati (o hanno prontamente rubato a pié mani) un mestiere, sfruttando l'occhio di una telecamerina e delle idee anche banalotte che vengono comunque pagate per buone.
Oppure, ricordando un botta e risposta scambiato col buon A. Iannone, posso parlare della scrittura, dove gente che alle medie scriveva i temi di italiano imbruscinando il cazzo, intingendolo prima nella merda, sulle spillette a righe, oggi si autoproclama "come il nuovo [inserire il cognome di un autore che si ama e che accostato al nome di un vostro conoscente che si comporta come grande artista la cosa vi fa salire il sangue ai capelli]".

Ma ammettere anche le proprie capacità e i propri successi, che per dimenticanza personale scaturita da uallera emozionale o per cattiveria altrui mascherata da "l'ho fatto per il tuo bene" uno tende a perdere di vista e affossare nelle montagnelle di sabbia del tempo.
1) Diplomazia? Paura delle critiche?
Per fare una frittata bisogna pur rompere qualche uovo, diceva il signor Tyler Durden, imprenditore di sé stesso (questa è buona, per chi ha visto almeno il film). Se il mio modo di fare dà così fastidio, io non mi posso mica schiattare in cuorpo? Non stiamo parlando di odio verso un paese che, dato tale odio, devo bombardarlo perché sennò sto male. Stiamo parlando di una mia inclinazione, una mia passione, un mio modo di fare, un mio lavoro, che riguarda me e me soltanto. Parenti, amici e conoscenti che possono in qualche modo sentirsi offesi conoscono la via d'uscita. Arrivederci. E se la cosa continua a darvi fastidio, buone cose. E' stato un piacere. Mo però jatevenne ca tengo che ffa.
In quanto alle critiche, ci saranno comunque. Hai voglia a dimostrarti capace e mosso dalle migliori intenzioni. Ci saranno sempre, tra parenti, amici e conoscenti (ci tengo a riportarli all'attenzione perché non c'è categoria di persone che è immune dal morbo della cacacazzìte) quelli che riterranno opportuno abbatterti il morale. Soprattutto quelli che articolano un costruttivo "mah..." e non ti dicono perché hanno dato aria alla bocca per donare al mondo la loro profonda analisi critica sull'operato altrui. Costruttivo quanto richiestissimo, tra l'altro.
In più solo se davanti a te hai una giuria (non plotone d'esecuzione, ho detto giuria: quindi hai scelto tu di metterti in gioco, non sei stato mica rapito) devi dimostrare il tuo talento. Agli altri non devi dimostrare un cazzo dorato e fritto.
2) Si ha tempo per fare? E perché non fare? Cos'è, aspetti che non avrai più tempo per fare nulla e dire "eh, però proprio mo che volevo mettermi a fare non ho più tempo". Ah, vero, sicuro... ma je te sputass 'n faccia. E se magari hai MENO TEMPO puoi sempre e comunque fare. Attenzione, ho detto MENO TEMPO, perché conosco personalmente almeno cinquanta persone (parlo di gente interessante) che nonostante figli neonati, genitori malati, lavori precari, mogli cornificatrici, animali impagliati, cazzi cacati e santi jastemmati non dicono mai NON HO TEMPO.
Ah, tu non hai proprio tempo? Vorresti fare, ma non hai tempo? Fai una prova spegnendo Facebook e poi mi dici.
3) Invece di criticare, datti da fare. Se pensi che puoi dare il tuo onesto contributo, perché non cimentarti? Se credi che puoi fare di meglio, perché non provare?
Ti va male, ti va male. Ma almeno ci hai provato.
Se poi non ci provi nemmeno, allora vuol dire che il tuo hobby preferito rimane il criticare a vanvera, come quei vecchi fuori ai circoli che trovano un colpevole random per le loro piccole disgrazie.
Però, vedi che quelli sono vecchi. Tu ancora devi nascere, un altro po'.

Come ho detto all'inizio, qua non si insegna nulla a nessuno.
Ma a me posso farlo. Anzi, devo.
E questo è un monito per me.
Perché ho deciso di, come si suol dire, circondarmi di cose belle. E se queste non ci sono, me le vado a cercare o me le creo da me.
Se poi questo mio sfogo può risultare terapeutico per chi, come me, ha avuto un attimo di sbandamento, glielo dedico con piacere. Abbracceme, puttà.

PS: No, non sono incinta. Per una volta tanto che parlo serio...

martedì 23 settembre 2014

Dedicato agli Homebrewers. Soprattutto a quelli di merda.

(PREMESSA: QUESTO POST NASCE DA UN COMMENTO CHE HO LASCIATO SU "IL FORUM DELLA BIRRA"
MA, COME SPECIFICO ALL'INIZIO DELLO STESSO COMMENTO, SI PUO' SOSTITUIRE "HOMEBREWERS" CON QUALSIASI ALTRA CATEGORIA DI PERSONE CHE SI FA DA SOLA, MOLTE VOLTE MIGLIORANDONE LA QUALITA', PRODOTTI DO-IT-YOURSELF)


L'homebrewing, come tutte le cose fai-da-te o diy (per gli anglofoni) è una soddisfazione personale inenarrabile.

Capire i meccanismi, il "come è fatto?", è cosa affascinante e cercare di riprodurli è come giocare a fare dio, come si direbbe nell'ambito scrittorio.
Sono accomunati scienziati, letterati, braccianti, liberi pensatori e fancazzisti. E questa cosa io, personalmente, la amo molto.
Un tempo si utilizzavano i manuali cartacei, e quello che si produceva era sorbito da parenti stretti e amici vicini.
Oggigiorno, con l'avvento della Rete, è possibile carpire informazioni nell'immediato e, allo stesso modo, mostrare i propri risultati a chiunque, soprattutto grazie ai social network.
Sono state create così comunità, forum e quant'altro in cui la gente:
- chiede delucidazioni;
- mostra il proprio operato;
- sfoga la propria creatività.
E internet, come tutte le cose democratiche, ha dato spazio anche a chi meriterebbe semplicemente gli sputi lanciati con veemenza dal V piano di un palazzo.


- chiede delucidazioni:

Ci si lamenta che Tizio ha seguito una ricetta senza i dettami classici dello stile. E quindi gli si impone (non c'è lemma più azzeccato) come fare la birra in tale stile, senza che Tizio abbia chiesto aiuto a nessuno. Mi si può venire a dire che in un forum ci si iscrive per condividere la propria passione. Appunto, Tizio sta condividendo. Se chiede aiuto, ci si affanna a darglielo. Fino ad allora, ci si può pure limitare a non calcolarlo affatto. E, secondo il mio modesto quanto inutile avviso, ci si deve limitare in questo.

Oppure Caio, in punta di piedi, ha elemosinato ai Grandi Espertoni Birrai informazioni riguardo la temperatura ottimale del fondo del fermentatore dove andranno ad adagiarsi i lieviti una volta esausti dal tanto lavoro.
Essi, i Grandi, chiederanno (e fateci caso se non è così) con disprezzo "ma hai usato un kit?". Alla risposta affermativa, Essi, gli Espertoni (dimenticando che anche loro, eoni ed eoni fa, sono pur partiti da qualcosa di più terra-terra, prima di diventare Custodi del Sapere Assoluto), derideranno senza veli (e fateci caso se non è così - parte 2) il povero niubbo domozimurgo che abbandonerà per sempre quest'arte e si dedicherà a causa loro, che ne so, all'eutanasia spirituale.


- mostra il proprio operato:

Anche qui, se Sempronio ha chiesto lumi, ben venga l'elargire documentazione e consigli vari. E, mi rivolgo agli Espertoni di cui sopra, non storcete il naso se inizialmente OG ed FG non sono stati cacati nemmeno di striscio sulle cuciture delle mutande. I tecnicismi, spesso, all'inizio, soltanto per ignoranza dell'operatore non vengono considerati.

Se Tom, contrariamente, ha deciso di mettere a fermentare orzo e, per esempio, umori vaginali, ed egli se ne vanta altamente della cosa e non chiede assolutamente aiuti alcuni, potete sempre dirgli "t'o bbiv tu 'e zitet!", limitandovi a ciò.


- sfoga la propria creatività:

Che dire, qui?
Dick segue lo stile a tutti i costi, riuscendoci? Ben fatto.
Harry si impone "ad minchiam", con successo? Chapeau.
Persino nella poesia, qualche volta, le rime sciolte risultano più intense del Dolce Stil Novo.

La verità è che siamo esseri umani, e in quanto tali dobbiamo giudicare. Anche io, in questo commento scritto durante una sessione ardua di defecazione (e forse per questo impregnata di aggressività e, ovviamente, fieto), sto giudicando le varie categorie di homebrewers, generalizzando sui più fetenti i quali mi sia capitato (poco, devo essere onesto) conoscere.
Ma lo faccio con sincerità, senza andare nell'ano di nessuno.

Questa estate ho provato delle birre di un birrificio artigianale di Palinuro. Ero eccitato all'idea di farne incetta. Ho comprato un campionario variegato, e ne sono rimasto delusissimo. Avevo già il cursore Word pronto per farne una recensione, ma se devo recensire cose che non mi sono piaciute, non lo faccio. La verità è che la vita è troppo breve per perdere tempo a giudicare le cose brutte.
Per le cose belle, ti viene spontaneo parlarne. E ti fa pure piacere. E chi ti legge, vede, ascolta, capisce che stai comunicando solo positività. Altrimenti, è teatro da parrocchietta.

In tutto 'sto papiello, cosa voglio dire? Solo un paio di consigli, ma chiesti con il cuore in mano.
Abbiate rispetto nei confronti di chi sta timidamente mettendo mano, e lasciate stare chi vuole gradassare sulle proprie produzioni. Basta questo, e hai voglia a creare communities serie.

Tanto, chi vuole partecipare ai concorsi di birra con le schifezze (se i concorsi sono tenuti da gente esperta, è ovvio), se ne andrà con una mano avanti e una indietro; i meritevoli verranno premiati.

Per piacere.

giovedì 11 settembre 2014

Pensieri "'a Spicc": vié, vié, bbuò, bbuò...

"Napoli: le strisce blu sono illegali. Niente più multe per chi non paga il parcheggio."

Per chi non paga il parcheggiatore abusivo, invece, si sta ancora decidendo se forare le ruote davanti o quelle di dietro.

Riflessioni a caldo di un uomo freddo (di chiamata, evidentemente)

Per una donna, non esiste l'uomo perfetto.
Nei suoi continui e irritanti e ripetuti ed estenuanti e innumerevoli e martellanti e perenni e indefessi e incalcolabili e pruriginosi e abbondanti e stressanti e cadenzati e deprimenti e ridondanti e insistenti tentativi di cambiarti, per lei non sarai mai abbastanza... cambiato.
Perché quando ti sceglie DEVE cambiarti. Sarà per l'istinto di potenzialemadre che porta, che dolce!, nel suo cuoricino o per il fatto che la mancanza del cazzo tende lei a scassartelo per ripicca.

E' come comprare una Mini d'epoca e volerci mettere il cambio automatico, le ruote larghe, i cerchi in lega e pittare il tettuccio con la bandiera dell'Inghilterra.
Cara, sapevi che in vendita c'erano Mini ultimomodello superaccessoriate all'infinito, perché cacare il cazzo a una macchina che, a parte qualche rabbocco di olio e acqua e un controllo ogni tanto alle gomme, fino a ora ha funzionato bene così?

Perché forse, come dicevo, per una donna, non esiste l'uomo perfetto.
E sappi che se tu lo fossi, saresti comunque troppo perfetto e, quindi, da cambiare.

...chevvitemmerd...

Pata pata patatern

"MUGNANO. RAID IN VILLA COMUNALE: DISTRUTTA LA LAPIDE COMMEMORATIVA DI MIRIAM MAKEBA"
(cercate su ilmattino.it, 22 agosto 2014)

Nella notizia si dice sia stato "un gesto ignobile, vile e stupido e di chiara matrice razzista".

Razzista?
Probabilmente questi qua sono quelli che bombardati televisivamente parlando dalla vista di uno spumeggiante Briatore con affianco un'appecorata Gregoraci glassata di schiuma (spumante? sssì...) sulla barchetta a forma di Empire State Building buttato a mare di lungo, non avendo fatto manco quest'anno un bagno nel Lagno perché, da buoni paesani, non si spostano oltre il Bivio e la Circumvallazione Esterna manco fossero circondati dai fossati reali, in un modo dovevano sfogare la repressione e, impennando impennando sui loro arti inferiori ormai a forma di Liberty Piaggio, hanno pensato bene di sentirsi più uomini, rispetto alle scigne che sono ogni giorno, sfondando la suddetta lapide. Senza sapere che, così facendo, più che alle scigne, mo somigliano un pochinopochinopochino di più alle merde che i sopracitati primati si tirano in faccia.

Ma è inutile dilungarmi oltre, c'è chi ha scritto quello che avrei voluto fare io qualche ora fa. E con uno stile così volutamente grezzo da diventar poetico. Tié:

http://munnezzadagente.blogspot.it/2014/08/mugnano-distrutta-lapide-in-memoria-di.html

PS: Mdg Munnezzadagente,
io non avrei saputo scrivere di meglio. Sempre sul pezzo. Di merda.
Anche perché il nero che canta "Comm'omm sì 'nu bluff" non lo conoscevo.

venerdì 15 agosto 2014

Scorsé, ma pure tu a Ferragosto, però...

Confesso da subito il mio peccato: non ho approfondito la notizia.
Se si guarda bene la data di questo post, si capisce che oggi è capace pure che i medici del pronto soccorso cacano a sfregio sui collassati dei falò. Quindi, considerando che tali medici vengono comunque pagati per defecare a spruzzo sui propri pazienti, e io per scrivere cacate qua sopra mi piglio soltanto i mali al fegato e niente denari, si capisce che genio tengo. Soprattutto se sto in costume da un'ora e sto aspettando che il latte freddo faccia effetto per farmi una sana sfrattata intestinale in casa mia e non a casa dei miei amici che mi stanno aspettando e jastemmando in piscina.
[ho notato solo ora che in poche righe l'argomento "merda & dintorni" l'ha fatta da padrone...]

Dicevo: non ho approfondito la notizia.
Quella per la quale Martin Scorsese, QUEL Martin Scorsese, avrebbe contattato, o cercato di farlo, l'ufficio del sindaco di Caserta per chiedere a costui il permesso di girare un film nella tanto splendida quanto tenuta in mano 'e sciem Reggia, il Palazzo Reale di Caserta.
Patrimonio dell'UNESCO e, per questo motivo, meta di pasquettari professionisti che fanno da cornice dorata alle Fontane Reali, facendosi il bidet dentro. Dopo aver cacato i tre chili cadauno di casatiello, in uno dei Giardini Reali, ovviamente. Sinò, che t'o fai a ffà 'o bidet?
La notizia, ovvero - QUESTA QUI -, ripeto: non so se è vera perché non ho avuto la voglia ma soprattutto il coraggio di verificare.
Comunque sia arriva la smentita, - RIPORTATA QUI -, perché il sindaco non sa niente di tutto questo e chiede anche all'Amministrazione dell'ufficio competente, che ci tiene a sottolineare di non aver ricevuto mai nessuna comunicazione.
Immagino il sindaco che entra come un pazzo nell'ufficio:
"Oh! Ma 'sta storia è vera?"
"No, signor sindaco, ma quanne mai"
"Uagliù, sit sicur?"
"Sicurissimi, signor sindaco. A parte uno che ha chiamato 'nu sacch'e vote dicenn "ellò, ellò, ollivùdd ìar", non ha chiamato nessuno altro"

La verità, adesso, non so dove sta e cerco di non fottermene. Perché se la notizia è falsa, Scorsese po fa bbuon'a ce mannà Quei Bravi Ragazzi a ce fa 'a festa. Se la notizia è vera, forse abituato a come vanno le cose qua da noi, avrei un consiglio non richiesto per Martin: Scorsè, ma ti pare il modo? Chiamare la gente nella settimana di Ferragosto? Ma pure tu, invece di pensare a farti due bagni alla Gaiola che sparagni pure, pensi a faticare?
Ok, non ti vuoi fare il bagno? E allora vatti a visitare un museo, uno scavo...
Ah, hai provato a chiamare all'ufficio turistico e ti hanno attaccato il telefono in faccia, lasciandoti a piazza Garibaldi, sotto al sole, con le valigie pesanti e accerchiato dagli zombi che ti stanno chiedendo un euro a piacere e che, stranamente presumi, non si accontenteranno del piacere di quell'euro?
Ma può essere mai?



...a chistu punt, hai ragione tu, Scorsé: è megl'ì a faticà.

Però dove, almeno, rispondono al telefono.

domenica 4 maggio 2014

Ma in tutto questo:

Ma in tutto questo:
. Ivan Bogdanov... ah, no, aspé: chist nun ten'o passamontagna,
. Renzi? Ma che c'appizz Renzi?,
. Emma* che canta 'na chiaveca... vabbuò, "canta" mò...,
. presidè: cacc'e soldi!
. ma quando si gioca? Tengo il tempo di farmi una doccia?,
. oilloc Hamsik che parla col capo della tifoseria - ma si capiscono? No perché uno di loro parla sloveno**... ma nun agg capit ancor chi -,
. ue Renzi: nun solo nun c'appizz... ma sierv comm'o semaforo d'o Frullone,
. ngul! Hanno ciaccato al vigile del fuoco! Jamm checazz...,
. ma non si gioca ancora? Allora mi faccio pure una granda cacata,
. presidè: cacc'e soldi! (reprise),
. cerca SPEZIALE 'ngopp'a Google, se mi chiedono nun pozz fa 'a figur'e mmerda,
. ua Renzi: e te vir'a partita pure pe senza niente... 'e quantu bbene...
. ma allora overo hanno sparato a uno fuori allo stadio? Chiama a Tonino che quello è una capa scarfata ma è 'nu bravo guaglione,
. presidè: cacc'e soldi! (meglio ripetersi),

Dicevo, ma in tutto questo:
lo sapete che il Napoli ha vinto la Coppa Italia?
No, perché tra le tante cose che avete scritto, detto e pensato sulla vostra beneamata squadra del cuore che tanto amate più delle vostre vite, il fatto che il Napoli abbia vinto la Coppa Italia vi è sfuggito, a quanto pare.
Sennò ve lo dico io, che me ne pass p'o cazz del calcio quando il calcio è figura di merda.
Tra "odio Roma", "odio Firenze" e "odio Salerno", se vi mettete a odiare pure qualche altra città d'Italia non vi resta altro che farvi le vacanze rint'o cess appilato 'e chi v'è muort che nun v'affoga a tutt quant.
Ma tanto, nuje simme solari e abballamme.
Se, se: abballamm 'ngopp'a stu cazz.

---

*il mio amico Rey mi faceva presente che la cantante era Alessandra, non Emma.
Per i non addetti/adepti (addepti, quindi), tutte quelle che escono da Amici si chiamano Emma. Ma giusto perché il cognome ricorda il colore di una cosa simile alla Nutella quando hai preso freddo alla pancia.

**il giochetto Slovenia/Slovacchia serviva a farmi insultare dai tifosotti ai quali puoi cacargli sulla mamma e non fa nulla, ma non toccarOCAPITAAANEEE!!!111!!!UNO!!!111.
Però mi ha risposto in maniera pacata il mio amico Sifone.
E devo dire che su questo i miei amici non fanno così schifo, dai.

Sto ancora aspettando quelli che mi cancelleranno da Facebook perché, in capa a loro, scrivendo queste cose vado a denigrare la mia città.
In capa a loro.

giovedì 10 aprile 2014

Fatica - the series

Fatica.

"Stai sempre lavorando là?"
"Certo! Ora sono Uanasgheps Manager del Pirishox Marketing!"
"Ma nun faticav'addu Zara a part-time?"
"Sì, ma le mansioni hanno un nuovo nome"

Infatti, all'Asìa dicono che da quando si chiamano Operatori Ecologici non sentono più l'odore d'a munnezza.
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Fatica - 2nd part.

"Embè, che lavoro fai?"
"Ma guarda, ora sono Spurtusielling del Marketing"
"Eh, agg capit, ma tecnicamente come funziona la tua giornata?"

EVENTI POSSIBILI:
A) Continua a ciarlare con parole anglofone, terminando la frase col sempreverde "del Marketing";
B) Sbatte le palpebre componendo in segnale Morse "non - posso - parlare - ho - microspia - addosso";
C) All'improvviso risponde al cellulare che non ha suonato/non ha vibrato/era spento, e scappa via, promettendoti, due ore fa, che sarebbe tornato a breve.

Amico caro, potevi usare pure la D) "Nun 'o saccio, fratè, ma me pavano" e avevi la mia totale stima e ci usciva pure una birra. Perché sono un signore, afammocc.
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Fatica, the third.

"Antò, credimi, visto che non sto lavorando non solo ho il problema economico ma me romp'o cazz'e sta tutto il giorno tutti i giorni senza fa' niente."
"Evvabbuò, mandami il curriculum che lo giro dove lavoro io."
"Ua, Tonì, grazie assai. OH, PERO', SIA CHIARO CHE NON VOGLIO FATICA' NEL WEEKEND: IO 'O SABBATO E 'A DUMMENECA M'AGGIA ARREPUSA'!"

Mio caro, se dal lunedì al venerdì sei in panciolle... 'o sabbato e 'a dummeneca a che t'e arrepusà, r'a uallera che nun t'affossa?
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Fatica - IV.

"Poi gli ho dato piena disponibilità tutti i giorni, però tra sabato e domenica ci dobbiamo mettere d'accordo."
"Ma comm'è?"
"No, Antò, se ci sta un anticipo o un posticipo del Napoli che se fa?"
"Ma over faje?"
"Antò, avrà apprezzato la sincerità, perché si è messo a ridere e mi ha detto 'guardi, sicuro la contatteremo a breve' quando mi ha salutato."

Azzò. Sicuro, proprio. Mo quanti anni sono passati che stai aspettando la risposta?

mercoledì 9 aprile 2014

La birra fatta in casa è sicuramente mej'e te

Non è ancora arrivato il momento, ma quando la stampa italiana si renderà conto del boom che sta avendo l'homebrewing, ovvero l'Arte di farsi in casa la birra (sì, è un'arte, mica cazzi per qualunque mazzo), si inizierà a dire "la birra fatta in casa fa malissimo: a un giovane birraio è scoppiata una bottiglia da 33 cl per faccia".
Premesso che è un anno che faccio birra in casa perché la mia agrodolce metà ha visto che leccavo lo schermo del monitor quando aprivo siti specializzati in materia e mi ha regalato il kit a Natale scorso, la questione mi tocca da vicino.
Di tutti i tipi l'ho fatta, la birra, e tra poco mi cimenterò nella realizzazione della birra All Grain.
[Sì, perché la birra o te la fai usando dei "kit" (ovvero buattoni con malto e luppolo già scassati dentro e pronti per l'uso), oppure gli ingredienti da zero (ovvero, la suddetta "All Grain").
Però, a meno che non sei Bolt, secondo me devi prima imparare a camminare e poi a correre. Ergo, partire dalla birra "da kit" mi sembra anche utile come test d'ingresso a questo cervogeo mondo fatato.]
E nemmeno una volta io e l'intera sfera di persone che hanno avuto il piacere di chiavarsi la mia birra in cuorpo hanno subìto patologie gastro-intestinali.

Detto ciò, voglio predire il futuro per un attimo.
Vi ricordate il boom della sigaretta elettronica?
Ci fu un periodo che pure i fumatori di gessolino arravogliato nelle salviette si resero conto del risparmio gargantuesco che poteva apportare la sigaretta elettronica.
Guarda un po', qualche giornaletto titolava "sigaretta elettronica pericolosa: rischio esplosioni".
E poi nell'articolo si raccontava di una tizia non ben precisata aveva messo sotto carica il suo sigarillo tecnologico in auto e le era deflagrato sul cruscotto.
Come dire che su millemila miliardi di pacchi di pasta che hai comprato, una ha fatto i pappici senza motivo.

E allora predico: prima o poi qualcuno dirà che la birra fatta in casa fa male.
E quindi sottolineo: quel qualcuno non ha idea di cosa voglia dire farsi la birra in casa.

Ora, sia chiaro: la mia non è una guerra contro le birre industriali. Fino a ora ne ho bevute in quantità industriali (pardòn per la ripetitiòn) e sono ancora vivo, sano e sicuramente più bello e priapo di prima (per quello forse sono le radiazioni, ma chissene).
Farsi la birra in casa è legale (D.Lgs 504 del 26/10/1995 - sezione III "Birra", art. 34) ma può costare tempo e una piccola spesa iniziale, perciò asserivo all'inizio del post che tale passatempo non è da tutti.
Ma, posso mettere la mano sul malto incandescente, il sapore (sì, anche quello del kit) è tutto un altro pianeta.
E se fate assaggiare la vostra birra appena fatta a chi si è sempre pigliato la birra Pagliarone del discount a 0,39 centesimi la cassetta da 24 lattine e che ha il coraggio di dirvi "sì, però si sente che è poco matura", la prossima volta mangiate tanti asparagi a pranzo, trattenetevi dall'andare in bagno, dopo 8-12 ore pisciate nella bottiglia da 66 cl, tappate col tappatore meccanico per tappi a corona e servite la cervogia bella fredda. Vedrete i complimenti che fioccheranno.

Lo so che lo sfizio di farsi le cose da sé è forte per tutti, quindi del 100% delle genti.
Di questo 100%, l'effettivo 50% è DAVVERO interessato (perché tra il dire e il fare c'è di mezzo "e il". Battuta vecchia ma che agli amanti della semantica o della grammatica tout court fa sempre piacere).
Il 20% per paura di fallire, per mancanza di inventiva, per incomprensioni con la mamma che lo vede comprare lo zucchero e il lievito e si pensa che debba fare il pane mascuotto, abbandona.
Rimane un bel 30%. Che almeno la prima volta ci prova. E posso assicurare che quel 30% tenderà a richiamare all'attenzione della cosa anche coloro i quali hanno lasciato l'intenzione ancor prima di cimentarvisi.
Come me. Che propongo, anche a quei quattro stronzi che hanno cercato su Google "Emma e Stefano e Belen triangolo a letto" e sono capitati qui (devo giurare che è vero o vi fidate che la gente su internet cerca cose assurde?), due canali Youtube per imparare a fare la birra.
Parlo di Youtube, video, cose da guardare e non da sfogliare, perché figuriamoci se uno che vuole fare la birra si mette a leggere tomi dall'aspetto inquietante e con formule chimiche astruse.
E qui mi sbaglio, con mio stesso piacere.
Perché chi vuole fare la birra si va a prendere le bottiglie vuote pure in culo al mondo, le sanitizza al limite dell' Igiene e Parassitologia e laboratorio (8 CFU) e si legge vagonate di libri, LIBRI, capite? Pure se alla domanda "qual è la cosa che ti piace leggere di più?" rispondono "le istruzioni per l'uso del test di gravidanza" (un'altra battuta, per far capire che c'è certa gente che legge giusto perché ha la necessità di farlo. Lo specifico di nuovo perché ultimamente, sarà la primavera, non so, pure quelli che definivo intelligibili tengono la capa per spartere le recchie).

Dicevo, due canali Youtube:
- BREWINGFRIENDS, di Salvatore Arnese;
- SGABUZEN HOMEBREWING, di Giovanni Iovane.

Io ho cominciato a fare birra prima di conoscere questi due canali, ma posso assicurarvi che la passione che Salvatore e Giovanni ci mettono e l'allegria con la quale sono montati i video fa venire davvero voglia di ordinare lo starter per fare almeno i primi 23 litri di nettare degli dei 'mbriaconi, anche a color i quali hanno dubbi sulla qualità e sulla modalità d'opera.

Cheers.
E buuurp, se siete romantici come me.

"E' difficile trovare un posticino caldo", disse chi teneva il culo nel camino

"Eh, ma quello è difficile trovare un posto da biologo, guarda me: io mi sto facendo il culo tanto e non ottengo nulla in cambio".
E no, grandissima latrina, non funziona così.
Se vuoi sfogarti, fa' pure. Io sto qua a sentirti con (dis)piacere. Però sottolinea pure il fatto che:
1) tuo padre è il presidente dell'associazione che tu screditi perché non ti paga. ORA, AL MOMENTO, IN QUESTO ISTANTE, non ti paga. Quando tuo padre butterà il sangue, la presidenza sarà tua per dinastia che manco in Korea ci sta 'sta selezione di geni. E se pure non dovesse buttare il sangue in tempo, credi che la benzina nel tuo SUV (tu che tieni tatuato "keep the environment safe" sulle pacche, tieni il SUV. Ok, t'appost), affiori così, per cause naturali, come Cynodon dactylon su un terreno brullo? Prima che cerchi su Wikipedia, è l'erba canina. Non dico assai, ma un Discovery Channel ogni tanto, pure per far vedere...
2) attendi per un dottorato al quale non hai manco partecipato e ti ci hanno menàto dentro, e per grazia divina hai superato la selezione senza manco presentarti al colloquio. Poverina ("latrina" è femminile, perciò poverinA), hai fatto la sghiava negra e dopo manco un anno ti arriva il posto che, uff, che palleeee!!!111!, devi ricoprire perché ti ci hanno messo senza (ahahah!!!) il tuo volere (AHAHAH!!!). Per soli 1500 euro al mese. Disdetta.
3) (la mia "latrina" preferita) "all'estero, via, subito, qua si vive male, il merito non viene premiato, all'estero dovevamo andare. Tu sei ancora in tempo, sei giovane, io invece..."... tu invece tieni la mia stessa età, quindi a rigor di logica sei giovane ("qua' giovane, 'stu cazz, io teng già 30 ann", cit.) quanto me e già coordini una task force di sfessati (appartenenti al punto 1 e al punto 2) che, stai sicura (granda latrina), ti faranno fare una figura di merda così ampia e profonda che manco l'Onorevole che tua madre/tua sorella/tua figlia piccola si è chiavato riuscirà a cancellare dalle menti di ogni forma vivente senziente.
...
Tutto ciò per dire che sto inviando curricula.
Buona giornata a tutti.