mercoledì 9 aprile 2014

La birra fatta in casa è sicuramente mej'e te

Non è ancora arrivato il momento, ma quando la stampa italiana si renderà conto del boom che sta avendo l'homebrewing, ovvero l'Arte di farsi in casa la birra (sì, è un'arte, mica cazzi per qualunque mazzo), si inizierà a dire "la birra fatta in casa fa malissimo: a un giovane birraio è scoppiata una bottiglia da 33 cl per faccia".
Premesso che è un anno che faccio birra in casa perché la mia agrodolce metà ha visto che leccavo lo schermo del monitor quando aprivo siti specializzati in materia e mi ha regalato il kit a Natale scorso, la questione mi tocca da vicino.
Di tutti i tipi l'ho fatta, la birra, e tra poco mi cimenterò nella realizzazione della birra All Grain.
[Sì, perché la birra o te la fai usando dei "kit" (ovvero buattoni con malto e luppolo già scassati dentro e pronti per l'uso), oppure gli ingredienti da zero (ovvero, la suddetta "All Grain").
Però, a meno che non sei Bolt, secondo me devi prima imparare a camminare e poi a correre. Ergo, partire dalla birra "da kit" mi sembra anche utile come test d'ingresso a questo cervogeo mondo fatato.]
E nemmeno una volta io e l'intera sfera di persone che hanno avuto il piacere di chiavarsi la mia birra in cuorpo hanno subìto patologie gastro-intestinali.

Detto ciò, voglio predire il futuro per un attimo.
Vi ricordate il boom della sigaretta elettronica?
Ci fu un periodo che pure i fumatori di gessolino arravogliato nelle salviette si resero conto del risparmio gargantuesco che poteva apportare la sigaretta elettronica.
Guarda un po', qualche giornaletto titolava "sigaretta elettronica pericolosa: rischio esplosioni".
E poi nell'articolo si raccontava di una tizia non ben precisata aveva messo sotto carica il suo sigarillo tecnologico in auto e le era deflagrato sul cruscotto.
Come dire che su millemila miliardi di pacchi di pasta che hai comprato, una ha fatto i pappici senza motivo.

E allora predico: prima o poi qualcuno dirà che la birra fatta in casa fa male.
E quindi sottolineo: quel qualcuno non ha idea di cosa voglia dire farsi la birra in casa.

Ora, sia chiaro: la mia non è una guerra contro le birre industriali. Fino a ora ne ho bevute in quantità industriali (pardòn per la ripetitiòn) e sono ancora vivo, sano e sicuramente più bello e priapo di prima (per quello forse sono le radiazioni, ma chissene).
Farsi la birra in casa è legale (D.Lgs 504 del 26/10/1995 - sezione III "Birra", art. 34) ma può costare tempo e una piccola spesa iniziale, perciò asserivo all'inizio del post che tale passatempo non è da tutti.
Ma, posso mettere la mano sul malto incandescente, il sapore (sì, anche quello del kit) è tutto un altro pianeta.
E se fate assaggiare la vostra birra appena fatta a chi si è sempre pigliato la birra Pagliarone del discount a 0,39 centesimi la cassetta da 24 lattine e che ha il coraggio di dirvi "sì, però si sente che è poco matura", la prossima volta mangiate tanti asparagi a pranzo, trattenetevi dall'andare in bagno, dopo 8-12 ore pisciate nella bottiglia da 66 cl, tappate col tappatore meccanico per tappi a corona e servite la cervogia bella fredda. Vedrete i complimenti che fioccheranno.

Lo so che lo sfizio di farsi le cose da sé è forte per tutti, quindi del 100% delle genti.
Di questo 100%, l'effettivo 50% è DAVVERO interessato (perché tra il dire e il fare c'è di mezzo "e il". Battuta vecchia ma che agli amanti della semantica o della grammatica tout court fa sempre piacere).
Il 20% per paura di fallire, per mancanza di inventiva, per incomprensioni con la mamma che lo vede comprare lo zucchero e il lievito e si pensa che debba fare il pane mascuotto, abbandona.
Rimane un bel 30%. Che almeno la prima volta ci prova. E posso assicurare che quel 30% tenderà a richiamare all'attenzione della cosa anche coloro i quali hanno lasciato l'intenzione ancor prima di cimentarvisi.
Come me. Che propongo, anche a quei quattro stronzi che hanno cercato su Google "Emma e Stefano e Belen triangolo a letto" e sono capitati qui (devo giurare che è vero o vi fidate che la gente su internet cerca cose assurde?), due canali Youtube per imparare a fare la birra.
Parlo di Youtube, video, cose da guardare e non da sfogliare, perché figuriamoci se uno che vuole fare la birra si mette a leggere tomi dall'aspetto inquietante e con formule chimiche astruse.
E qui mi sbaglio, con mio stesso piacere.
Perché chi vuole fare la birra si va a prendere le bottiglie vuote pure in culo al mondo, le sanitizza al limite dell' Igiene e Parassitologia e laboratorio (8 CFU) e si legge vagonate di libri, LIBRI, capite? Pure se alla domanda "qual è la cosa che ti piace leggere di più?" rispondono "le istruzioni per l'uso del test di gravidanza" (un'altra battuta, per far capire che c'è certa gente che legge giusto perché ha la necessità di farlo. Lo specifico di nuovo perché ultimamente, sarà la primavera, non so, pure quelli che definivo intelligibili tengono la capa per spartere le recchie).

Dicevo, due canali Youtube:
- BREWINGFRIENDS, di Salvatore Arnese;
- SGABUZEN HOMEBREWING, di Giovanni Iovane.

Io ho cominciato a fare birra prima di conoscere questi due canali, ma posso assicurarvi che la passione che Salvatore e Giovanni ci mettono e l'allegria con la quale sono montati i video fa venire davvero voglia di ordinare lo starter per fare almeno i primi 23 litri di nettare degli dei 'mbriaconi, anche a color i quali hanno dubbi sulla qualità e sulla modalità d'opera.

Cheers.
E buuurp, se siete romantici come me.

1 commento:

  1. Hai già pensato all'etichetta? :) comunque Giovanni lo conosco, è un grande chitarrista e se ha imparato anche a fare la birra direi che può aspirare ad un posto sull'Olimpo :D

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