lunedì 7 maggio 2012

Il rapporto di coppia ai tempi della solitudine

Poi dici perché non mi voglio sposare. Mi giro intorno e c'è chi si lamenta dei soldi, che non ha, per affrontare matrimonio, mutuo e figli, che non vuole; quelli che litigano per ogni minima cosa, ma stanno insieme perché, oh, sono dieci anni che stiamo assieme, che fai li butti via? Mica ti sei reso conto troppo tardi che la persona con cui stai un giorno la ucciderai nel sonno o lascerai che il tuo fegato, irrancidito, ti scoppi in cuorpo?
Come direbbe il vecchio Grissom, "adoro il genere umano, è la gente che non sopporto", e a scopo puramente scientifico osservo, divertito e commosso, le gesta dei piccioncini piccini amorini che si piscerebbero in faccia se avessero l'apparato urinario montato in mano, a uso Super Liquidator.
Ho notato dei modi vivendi che nemmeno le iene ridens (che, ricordiamo, non formano coppie chiavando a come capita, mangiano tessuti putrescenti e ridono comunque, capito? Ridono!). Qui elencati, due saggi documentaristici di alta caratura psichiatrica:


- In amor vince chi fugge. Tanto la linea del via non si muove da là, hai voglia ad allontanarti. Capisc'a mme.

Soprattutto nelle donne, ma in pochi, rari e vergognosi casi per qualche maschietto, la cosa fondamentale è organizzarsi SEMPRE DOPO il proprio partner.
Personalmente ho i miei giorni da dedicare alla mia agrodolce metà, è naturale: quei giorni in cui ho più tempo, più voglia e più tranquillità. Il rapporto di coppia non deve essere un palliativo delle amicizie alla deriva. Anzi.
Anyway, lato femmineo: vedo uno strano entusiasmo nelle donnine che vogliono divertirsi solo con le proprie amiche, andare lontano lontano, stare fuori casa più e più giorni, con una determinazione che rasenta la cattiveria Molte volte sono quelle che alla frase "ma io devo studiare ché c'ho un esame/lavorare che c'ho da mangiare/atterrare mio zio che è morto" rispondono con "uaaa, ma che te ne fotte! Noi ci dobbiamo divertire!" e, con la delicatezza che le contraddistingue: "stai facendo una vita di merda, lo vuoi capire?", facendo sentire pure una merda la povera interlocutrice.
Poi vai a vedere nel profondo (= status di Facebook) e capisci che hanno litigato col proprio fidanzato. Per queste romanticissime, il modo per andargli in culo sarebbe questo. In capa a loro. Senza sapere che intanto il proprio partner maschio se ne strafotte.
Mondo maschio: capita altresì che chiami un amico: "oh, ce lo facciamo un poker?".
"Eh, non potrei, ma a che ora si farebbe? E chi c'è?". La frase standard facile da tradurre. Analisi del testo: "Eh", dispiaciuto. Ci voleva proprio un bel poker; il tempo condizionale del verbo "potere" sottolinea che non è detta l'ultima parola, ci sarebbe qualcosa (leggi qualcuna) che ne impedisce però la realizzazione; l'inclinazione a chiedere comunque di preciso l'ora dà adito a pensare che l'indaffarato stia scartabellando nell'agendina della sua mente per trovare un quando in cui incastrare il poker (solitamente, più tardi è meglio è, così da riaccompagnare la pulzella, dirle che si è stanchi e che ci si sente domani mattina al risveglio, e correre all'appuntamento di carte); infine, informarsi sul numero e sulla qualità dei partecipanti denota 1) una preoccupazione riguardo la eventuale figura di colui il quale sfoggia una riga in mezzo ai capelli dovuta all'appoggio della fessa sulla testa, 2) un'attenzione ancor più accanita del numero precedente perché, in effetti, con taluni soggetti il divertimento è assicurato e quando ti ricapita?
Perché tutto questo? Perché il dubbio è "mo se io esco, lei poi si organizza con le amiche ed è capace che trova un altro meglio di me, si scambiano i numeri di telefono, oddio! poi si sentiranno, Maronn! se l'avessa chiavà a chist? e io me teng'e corna?"
Totò, pienzece tu: http://www.youtube.com/watch?v=P4uXfWuU7tE. Chist so sciem, ma so sciem fort.
E, tra l'altro, a vuje ve piac'e ì cacherianne? E allò nun scassat'o cazz'all'ate.
Piccola aggiunta per le Penelope di questo mondo: guardate che il vostro lui comunque la "partitella a calcetto" se la va a fare, e con lo stesso nome chiama pure la birra tra amici e amiche, il puttan-tour sulla litoranea e i droga party negli scantinati dei vecchi amici. Perciò, non prendetela a male se poi scoprite che lui si è sempre divertito (alla faccia chiavica vostra, pure): inutile aspettare. Se la cosa tra voi può funzionare, nessuno aspetta nessuno. Non uccidete nessuno se con le vostre amiche andate a farvi un aperitivo. Vi suiciderete se non lo fate. Garantito. E vi starà pure bene, sorelle della fessa che non siete altro: Ulisse vi tiene fatte buono e meglio.


- Il ritorno dell'uomo-lupo. Spelato.

Gli individui a me più cari. Che ci devo fare, sono un amante dell'evergreen.
Non li vedi per secoli. Chiedi loro di vederti sotto casa con una Peroni in mano e senza spendere mille lire. Ti dicono di no. Che sono impegnati.
Sì, ma io parlo di 5 minuti per fare due chiacchiere contate.
No, no, già sto col pigiama.
Ua, ma sono le cinque del pomeriggio!
Eh, così mi faccio trovare già pronto.* [* significa che devono farsi trovare al telefono dalla propria ragazza. Il telefono FISSO, da cui non si scappa: o stai a casa o non ci sei, se non rispondi da lì; peggio ancora, se ne escono e se li chiami ti dicono "ehhh, un imprevisto" e sotto senti la voce della simpaticissima fidanzata che chiede di quale imprevisto si tratti, che stanno a cena a festeggiare il settimaniversario.]
Vabbè, tu ci perdi le speranze e alzi le spalle, provando [odio profondo se hai meno di 15 anni/enorme stima se superi i 15 anni] per la donna che grazie a un pezzo mancante del corpo è riuscita a rendere canide un maschio umano. Di quei cani tipo Has Fidanken, con la stessa verve e voglia di vivere stampata sul muso.
All'improvviso un boato, uno scoppio, un trillo di msn: "UEEE, VECCHIO DI MERDA! STAI SEMPRE A CASA BUTTATO A NON FARE NIENTE, EH? STASERA TRANSESSUALI E CIUCCI SCAPOCCHIANTI, NON CI SONO SCUSE, CI DEVI ESSERE SENNO' MI PIGLIO COLLERA!".
Tu controlli meglio l'avatar. Sì, è lui. Ma non ci credi.
"CAPITO? E POI, SENZA ANDARE A DORMIRE, SCALIAMO IL K2 IN MUTANDE 'MBRIACHI PERSI FINCHE' NON CI RACCOLGONO COL SECCHIO PER LAVARE PER TERRA! SIAMO GIA' A QUOTA 20 PERSONE!".
Tu che sei stronzo, perché una seconda chance la vuoi dare a tutti ma anche perché di lunedì sera manco le puttane stanno aperte, accetti l'evento.
Ora, possono succedere due cose:
SITUAZIONE A: la serata si prospetta pariantissima: siete in tre, in tutto. Il terzo tra l'altro tiene il pigiama sotto la tuta perché si cacava il cazzo di vestirsi (il terzo solitamente sono io, sono quello che si siede ai posti di dietro jastemmando a San Gaudioso); come musica assordante c'è lo sfrangersi delle onde sul lungomare di Pozzuoli/Salerno/Mergellina, ma lontano dai pub perché la birra da quelle parti costa - e si sparagna pure sul parcheggiatore abusivo - e soprattutto le parole dell'organizzatore che spaziano dal fare una merda in piazza pubblica la propria ex/riportare a galla ricordi che per fortuna erano stati seppelliti per bene/sparlaresparlaresparlare...; a mezzanotte già stai sul letto ma non riesci a prendere sonno perché la birra che hai preso faceva talmente schifo che ti è rimasta sullo stomaco, mmocc'a chillu strunz e mmerd che mi ha fatto scendere di casa. Meno male che tenevo già il pigiama sotto, pensi compiaciuto della tua zingaraggine.
SITUAZIONE B: questa, lo ammetto, è la situazione che mi ha fatto apprezzare le mille sfaccimmature dell'amicizia: quello che ha organizzato non si fa trovare all'appuntamento. Ti appende, come si dice da queste parti. Lo chiami sul cellulare, ti rifiuta la chiamata. Lo richiami, trovi il telefonino spento. Aspetti un'altra mezzora insieme agli altri che se ti è andata bene sono solo in due e sottosotto ti sta bene perché vi volete bene, se ti è andata male sono più persone che non conosci proprio, se ti è andata di merda sono persone che avresti voluto rivedere soltanto nella pagina degli annunci mortuari accanto alla scritta "morte violenta".
Chiami a casa, la mamma ti dice che è uscito ma non sapeva dove andava. A me le mamme dei miei amici che mi vogliono bene dicono tutto e si scopre che quella che lui aveva etichettato come ex-fidanzata che non avrebbe mai più visto altrimenti gli sarebbe caduto il pesce, ha preteso che lui l'andasse a prendere grazie al vittimismo sonico scagliato o peggio ancora la minaccia di andare a negri. Dopo un'ora decidi di chiamare lei per fartelo passare. "Cornuto, il pesce già se n'è caduto?"
"No, uagliù, è successa una tarantella..."
"Noi stiamo aspettandoti da un'ora. Ch'e fa, t'e menà?"
"Eh, uagliù, ma...".
Un consiglio: qui attaccate il telefono. Guardate in faccia gli altri sfessati che sono stati appesi e andatevi a fare una Bonne Esperance nel pub di fiducia. Vedete che la serata è di sicuro meglio di come si sarebbe prospettata.


Resoconto? Stiamo inguaiati. Ma inguaiati forte. Prima che mi venga fatto un bucchino, sia chiaro: ognuno la vita se la vive come vuole. Ma a parlare chiaro si fa bene. Sì, diplomazia, certo, come no, però che Maronna.
Mia nonna diceva sempre "nun te l'ha ritt'o mierico 'e t'a piglià".
E la nonna di Crescenzo diceva "tanto, semp'e zoccole se l'hanna magnà".
Due grandi donne del passato, insomma.

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